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Medicina, addio al test d’ingresso: selezione dopo il primo semestre

La riforma dell’accesso a Medicina elimina il test d’ingresso. Selezione dopo un semestre di studio. Numero chiuso confermato, modalità da definire.

Camera dei Deputati

La riforma dell’accesso a Medicina diventa legge: stop ai test di ingresso tradizionali. Gli studenti verranno selezionati dopo un semestre di studio, con modalità ancora da definire.

Nuove regole per l’accesso a Medicina

L’accesso alla facoltà di Medicina cambia radicalmente. La Camera ha approvato il testo di riforma che elimina il tradizionale test d’ingresso a crocette, da sempre motivo di polemiche e tensioni tra gli studenti. Il numero chiuso rimane, ma il metodo di selezione sarà completamente diverso. Gli studenti dovranno affrontare un primo semestre di corsi universitari prima di essere valutati.

Un semestre di studio prima della selezione

La grande novità introdotta dalla riforma è la possibilità per gli aspiranti medici di iscriversi all’università senza dover sostenere un test d’ingresso preliminare. Al loro arrivo, dovranno seguire un semestre di corsi propedeutici su almeno tre materie qualificanti. Solo al termine di questo periodo verrà stilata una graduatoria nazionale per determinare chi potrà proseguire gli studi e chi dovrà scegliere un’altra strada.

Le modalità di selezione ancora da definire

Nonostante la legge sia stata approvata, restano ancora alcuni punti da chiarire. Tra questi, le modalità con cui verrà stilata la graduatoria nazionale. Le ipotesi principali sono due: una selezione basata esclusivamente sui voti ottenuti negli esami del primo semestre, con un meccanismo di equalizzazione tra le varie università, oppure un test nazionale da sostenere dopo il primo semestre. I decreti ministeriali, attualmente in fase di elaborazione, dovranno fornire dettagli precisi su questo aspetto.

Semestre online per tutti?

Una delle questioni più discusse riguarda la possibilità che il primo semestre venga svolto interamente online. Questo per due motivi principali: da un lato, i tempi stretti per l’implementazione della riforma rendono complesso organizzare i corsi in presenza per il prossimo anno accademico; dall’altro, si vuole evitare che gli studenti debbano trasferirsi in una città per il primo semestre e poi eventualmente in un’altra, qualora la graduatoria nazionale li assegnasse a un ateneo differente.

Posti disponibili e percorsi alternativi

Anche con la nuova riforma, il numero di posti disponibili resterà limitato. Quest’anno erano poco più di 21.000 e nei prossimi anni si prevede un numero simile. Gli studenti che non riusciranno a rientrare nella graduatoria potranno orientarsi verso discipline affini come biologia, biotecnologie o scienze motorie, mantenendo aperta la possibilità di accedere successivamente a Medicina attraverso percorsi alternativi.

Bernini: “Un sistema più giusto”

La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha accolto con entusiasmo l’approvazione della riforma, affermando che finalmente si abbandona un sistema di selezione basato su test a crocette, spesso criticati per la loro aleatorietà. “Finalmente cambia un sistema che ha tenuto troppo chiuse le porte delle università e ha costretto i ragazzi a sottoporsi alla gogna di test inutili”, ha dichiarato su X. L’opposizione, invece, critica la riforma sostenendo che il numero chiuso non è stato realmente abolito e che si tratta solo di propaganda.

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