La manovra non si limita al mancato adeguamento salariale, ma introduce anche riduzioni significative negli organici:
Nonostante alcune mobilitazioni del personale e il risultato ottenuto dai ricercatori del CNR, per i quali sono stati stanziati 9 milioni di euro, il quadro complessivo evidenzia un forte definanziamento che mette a rischio la tenuta dell’intero sistema di alta formazione e ricerca.
I tagli all’Istruzione e alla Ricerca consentiranno al Governo di risparmiare oltre 5 miliardi di euro, destinati ad altre voci di spesa, tra cui:
Questa redistribuzione delle risorse evidenzia una scelta politica precisa, che penalizza il sistema educativo pubblico a favore di altri settori considerati prioritari.
Di fronte a queste misure, la FLC CGIL ha già organizzato due scioperi nazionali e numerose manifestazioni, denunciando le politiche punitive nei confronti del personale scolastico e universitario. Il sindacato continuerà a mobilitarsi nel 2025, con l’obiettivo di ottenere il ritiro dei provvedimenti più critici e un reinvestimento strutturale nell’Istruzione e nella Ricerca pubblica.
La Manovra 2025 rappresenta un duro colpo per il settore dell’Istruzione e della Ricerca. Tagli salariali, riduzioni di organico e definanziamenti rischiano di compromettere ulteriormente la qualità del sistema educativo italiano, già in difficoltà. La mobilitazione sindacale e le proteste del personale sono destinate a intensificarsi, in attesa di una risposta concreta da parte del Governo.