Dopo il Festival, su piattaforme come TikTok e Threads, è esplosa una discussione su quanto la canzone sia rappresentativa di chi è stato emarginato o deriso. Video con la frase “La canzone che doveva vincere Sanremo se non esistesse il bullismo“ hanno raccolto migliaia di visualizzazioni. Tuttavia, alcune voci critiche hanno sollevato un punto provocatorio: molti di coloro che oggi celebrano Lucio Corsi potrebbero essere gli stessi che, in passato, hanno deriso persone simili a lui.
Una creator ha attaccato chi ricondivide il brano, affermando: “Non vale se sei un ex bullo. Dovete lasciare Lucio Corsi alle persone giuste“. Questo ha alimentato un dibattito più ampio sull’ipocrisia di chi oggi si sente vicino al messaggio della canzone, ma potrebbe non aver mostrato la stessa sensibilità in passato.
Su Threads, numerosi post hanno sottolineato come una persona con l’estetica e l’attitudine di Corsi avrebbe probabilmente subito bullismo a scuola. Alcuni commenti emblematici:
Paradossalmente, mentre “Volevo essere un duro” parla di fragilità e accettazione, il web ha trasformato Corsi in un meme, paragonandolo a personaggi di fantasia come topi o elfi. Questo ha sollevato un’altra questione spinosa: la sottile linea tra celebrazione e ridicolizzazione.
Lucio Corsi, con la sua musica e la sua estetica fuori dagli schemi, ha aperto una conversazione importante sul bullismo e sull’accettazione di sé. Il successo di “Volevo essere un duro” dimostra che c’è un pubblico sempre più attento a questi temi, ma anche che il percorso verso una vera inclusività è ancora lungo.