Dal canto loro, gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno definito il progetto un “flop annunciato“, evidenziando la scarsa accoglienza nelle scuole e l’inadeguatezza del governo nel comprendere le esigenze del mondo dell’istruzione.
Hanno ricordato un episodio in cui Giorgia Meloni aveva presentato con entusiasmo l’iniziativa, ma hanno sottolineato che la realtà si è rivelata ben diversa, con gli istituti che hanno bocciato il progetto, costringendo il governo a posticipare i termini per le adesioni. Hanno enfatizzato la necessità di collaborare con la comunità scolastica per sviluppare riforme efficaci, criticando l’approccio top-down adottato da Valditara ed Urso.
Elisabetta Piccolotti, dell’Alleanza Verdi Sinistra, ha descritto il Liceo del Made in Italy come un “fallimento annunciato”, una mossa di propaganda priva di una visione chiara e di programmi definiti. Ha evidenziato l’opposizione da parte di dirigenti, genitori e docenti, con una particolare resistenza mostrata dai collegi docenti dei Licei economici e sociali alla trasformazione in Made in Italy.
Piccolotti ha sollevato, infine, dubbi sulla procedura di riconvocazione dei collegi docenti che si erano espressi contro la trasformazione, interrogandosi su possibili pressioni subite e annunciando l’intenzione di presentare un’interrogazione al Ministro Valditara per chiarimenti su questo processo.