Home Comunicati Le critiche dell’Unione degli Universitari: il piano del ministero per i posti...

Le critiche dell’Unione degli Universitari: il piano del ministero per i posti letto in crisi

L'Unione degli Universitari critica il fallimento del piano ministeriale sui nuovi posti letto per studenti e l'uso dei fondi PNRR a favore dei privati.

Progetto senza titolo 19

Alla nostra redazione è giunto un comunicato stampa dell’Unione degli Universitari (UDU), che denuncia il fallimento del piano del Ministero dell’Università e della Ricerca riguardante la creazione di nuovi posti letto per studenti.

L’organizzazione sottolinea come la gestione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sia inadeguata e troppo orientata verso i privati, lasciando Atenei e Comuni senza sufficienti risorse per partecipare ai bandi.

Di seguito, riportiamo il comunicato completo con le dichiarazioni del coordinatore Alessandro Bruscella, che analizza le criticità del piano e avanza pesanti accuse sulla gestione governativa del settore.

UDU: il piano del Ministero sui nuovi posti letto sta fallendo!

“La Ministra ha ammesso che l’obiettivo dei nuovi 60.000 posti letto, è ancora ben lontano dall’essere raggiunto.
Come Unione degli Universitari avevamo già denunciato che questa gestione dei fondi PNRR sarebbe stata fallimentare, una misura che doveva guardare al pubblico e ai bisogni degli studenti e delle studentesse, che rischiava di essere solo una misura spot per riempire le casse dei privati.


Il governo si dovrà assumere la responsabilità di quello che sta facendo, l’Italia rischia di perdere 1,2 miliardi di euro” dichiara Alessandro Bruscella dell’Unione degli Universitari, e aggiunge:
“Il motivo per cui i soggetti pubblici non stanno partecipando alla chiamata del Ministero è semplice: i fondi non sono sufficienti per la copertura totale dei costi, per cui non possono permetterselo.


Rispetto al costo medio dei posti letto, il governo mette 20.000 euro a posto letto, gli altri 70.000 necessari per coprire la spesa resterebbero così a carico degli Atenei.
Il risultato è evidente: il 99% delle richieste pervenute sono di privati, perché Università e Comuni non sono stati messi nelle condizioni di poter partecipare.
Intanto i soggetti pubblici hanno preferito partecipare al bando della legge 338, scegliendo di non “correre per i fondi PNRR“.

Il coordinatore dell’Unione degli Universitari prosegue: la Ministra Bernini non può incolpare Università e comuni, se il Ministero in primis ha previsto criteri che hanno scelto nei fatti di guardare solo ai privati.
Siamo rimasti molto stupiti, tra l’altro, che si dica che il sistema sia in salute. 
È da anni che non vedevamo una presa di posizione così netta persino della CRUI sul taglio generale ai finanziamenti.


Già a fine 2023 annunciavamo come ci sarebbe stato un taglio cospicuo dell’FFO
L’unico dato reale di cui si dovrebbe parlare è il fatto che se si tagliano le risorse, la soluzione più probabile sarà che gli Atenei innalzeranno le tasse a studentesse e studenti.
Tutto ciò per colpa di un governo che non vuole investire sul futuro di questo paese”, conclude.

Exit mobile version