Il rapporto evidenzia un’altra piaga: il gender pay gap. In Italia, le donne guadagnano mediamente il 5,6% in meno rispetto agli uomini per ogni ora lavorata. Questo divario si amplia nei settori privati e tra i dirigenti, dove le donne ricevono il 30,8% in meno rispetto ai colleghi maschi. Anche tra i laureati e nei settori con manodopera meno qualificata, la disparità salariale resta marcata, sottolineando l’urgenza di interventi legislativi per garantire l’equità retributiva.
In un contesto in cui il lavoro povero cresce e le disuguaglianze si ampliano, l’introduzione di un salario minimo legale rappresenterebbe una risposta concreta. Altri Paesi europei hanno già adottato questa misura per tutelare i lavoratori più fragili. In Italia, invece, si continua a dibattere, lasciando 1,255 milioni di lavoratori in condizioni critiche. È necessario che il Governo metta al centro della propria agenda politiche per il lavoro dignitoso, affrontando il problema strutturale delle basse retribuzioni e il persistente divario di genere.