Secondo quanto riportato, la laurea sarebbe stata ottenuta in modo agevolato in un’università privata dove il marito della ministra faceva parte del consiglio di amministrazione, alimentando sospetti su possibili conflitti d’interesse e mancanza di trasparenza.
A distanza di pochi giorni dalla pubblicazione dell’articolo, l’Università Link Campus ha deciso di intervenire per chiarire la situazione, ribadendo la regolarità del percorso di studi. L’ateneo ha affermato che tutta la documentazione relativa alla carriera accademica della ministra è conforme alle normative vigenti, escludendo irregolarità o favoritismi.
Il caso continua a far discutere, soprattutto per la delicatezza del ruolo istituzionale della ministra e per l’opportunità di maggiore trasparenza nella formazione dei rappresentanti pubblici. La nota ufficiale della Link Campus cerca di porre fine alle polemiche, ma il dibattito resta aperto, alimentato anche dalle precedenti inchieste e dalla particolare attenzione dell’opinione pubblica verso le carriere universitarie dei membri del governo.