Questa nuova disposizione ha sollevato proteste e indignazione tra i laureati che, non avendo avuto il tempo o le informazioni necessarie per acquisire i 24 CFU entro il termine stabilito, si trovano ora impossibilitati a partecipare al concorso. Tra le principali criticità evidenziate:
La vicenda è destinata a finire davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar), con il rischio di bloccare il concorso per motivi legittimi. La decisione di escludere i laureati senza 24 CFU è vista come una mossa che potrebbe generare una paralisi del sistema di reclutamento, già gravato da carenze di personale e lunghi tempi burocratici.
La questione solleva interrogativi più ampi sul futuro della formazione e del reclutamento dei docenti in Italia. Mentre il Paese affronta un calo demografico e una carenza cronica di insegnanti, l’attuale sistema sembra più orientato a porre ostacoli che a favorire l’ingresso di nuove risorse qualificate.
In questo contesto, è necessario rivedere il sistema dei requisiti per l’abilitazione e il reclutamento, garantendo equità e trasparenza. Una possibile soluzione potrebbe includere percorsi di formazione post-laurea gratuiti e accessibili per tutti i candidati interessati all’insegnamento, senza discriminazioni legate a norme transitorie.
La vicenda dei laureati esclusi dal Concorso Docenti PNRR2 evidenzia una carenza di pianificazione e una gestione normativa poco coerente. Mentre la questione approda al Tar, il Ministero dell’Istruzione dovrebbe considerare una revisione immediata delle regole, per evitare di compromettere ulteriormente la fiducia nel sistema scolastico e garantire un accesso equo alla professione docente.