La questione dei 24 CFU continua a generare polemiche e malcontento tra i giovani laureati italiani, esclusi dal Concorso Docenti PNRR2 a causa della mancanza di questo requisito, ormai abolito. Mentre il sistema scolastico italiano necessita urgentemente di nuovi docenti, le norme attuali rischiano di escludere molti candidati qualificati, mettendo in crisi l’intero processo di reclutamento.
Laureati senza 24 CFU esclusi dal Concorso Docenti PNRR2: le nuove regole
Introdotti con il decreto legislativo 59/2017, i 24 CFU in ambito antro-psico-pedagogico e metodologico-didattico erano stati pensati come requisito aggiuntivo per accedere ai concorsi per l’insegnamento. L’obiettivo era quello di fornire una base teorica e pratica utile per affrontare le sfide dell’insegnamento nelle scuole secondarie.
Questi crediti erano diventati obbligatori per chiunque volesse partecipare ai concorsi pubblici, aggiungendosi alla laurea magistrale, già necessaria per l’accesso alle classi di concorso. Tuttavia, con il nuovo regolamento del Concorso Docenti PNRR2, è stato stabilito che solo coloro che avevano conseguito i 24 CFU entro il 31 ottobre 2022 potranno accedere alla procedura. Chi ha completato il proprio percorso di studi dopo tale data, o non ha conseguito i crediti richiesti, si ritrova automaticamente escluso.
La “beffa” per i laureati esclusi
Questa nuova disposizione ha sollevato proteste e indignazione tra i laureati che, non avendo avuto il tempo o le informazioni necessarie per acquisire i 24 CFU entro il termine stabilito, si trovano ora impossibilitati a partecipare al concorso. Tra le principali criticità evidenziate:
- Retroattività delle norme: molti laureati ritengono che l’imposizione di un requisito ormai abolito sia una misura retroattiva e, pertanto, illegittima.
- Discriminazione tra candidati: chi ha acquisito i 24 CFU entro il termine stabilito può partecipare, mentre chi si è laureato successivamente, pur con titoli accademici validi, è escluso.
- Valore della formazione universitaria: questa esclusione mette in discussione il valore della laurea, che da sola non sembra più sufficiente per accedere alla professione docente.
Si rischia una paralisi del sistema di reclutamento
La vicenda è destinata a finire davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar), con il rischio di bloccare il concorso per motivi legittimi. La decisione di escludere i laureati senza 24 CFU è vista come una mossa che potrebbe generare una paralisi del sistema di reclutamento, già gravato da carenze di personale e lunghi tempi burocratici.
La questione solleva interrogativi più ampi sul futuro della formazione e del reclutamento dei docenti in Italia. Mentre il Paese affronta un calo demografico e una carenza cronica di insegnanti, l’attuale sistema sembra più orientato a porre ostacoli che a favorire l’ingresso di nuove risorse qualificate.
Necessaria un’immediata revisione delle regole da parte del MiM
In questo contesto, è necessario rivedere il sistema dei requisiti per l’abilitazione e il reclutamento, garantendo equità e trasparenza. Una possibile soluzione potrebbe includere percorsi di formazione post-laurea gratuiti e accessibili per tutti i candidati interessati all’insegnamento, senza discriminazioni legate a norme transitorie.
La vicenda dei laureati esclusi dal Concorso Docenti PNRR2 evidenzia una carenza di pianificazione e una gestione normativa poco coerente. Mentre la questione approda al Tar, il Ministero dell’Istruzione dovrebbe considerare una revisione immediata delle regole, per evitare di compromettere ulteriormente la fiducia nel sistema scolastico e garantire un accesso equo alla professione docente.
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