L’identità personale e sociale sembra oggi fortemente influenzata dall’uso dei social media, dove il confine tra interazioni virtuali e reali si assottiglia sempre più. Da un lato, i social offrono un senso di connessione immediata; dall’altro, possono portare a una dipendenza che altera la percezione della realtà. Questo dualismo solleva domande cruciali sul valore delle relazioni umane in un contesto sempre più virtuale.
Crepet non è l’unico a sottolineare i rischi di una società iperconnessa. Studi recenti mostrano come l’eccessivo affidamento sui social media possa contribuire a sentimenti di isolamento e a un indebolimento delle capacità relazionali. L’amicizia autentica, per Crepet, richiede uno sforzo che va oltre la semplice interazione online: implica un confronto sincero, il tempo trascorso insieme e la costruzione di una fiducia reciproca che non può essere replicata attraverso uno schermo.
Questa prospettiva porta a riflettere su quanto le piattaforme digitali stiano trasformando il nostro modo di vivere le relazioni. Mentre i social media possono facilitare il primo contatto o mantenere legami a distanza, rischiano di sostituire momenti fondamentali come il dialogo faccia a faccia e il sostegno emotivo tangibile, che sono essenziali per l’amicizia.
In un contesto in cui il virtuale occupa uno spazio sempre maggiore nella vita quotidiana, è fondamentale rivalutare il ruolo delle relazioni autentiche. Crepet invita a recuperare il valore della prossimità e della condivisione reale, ricordando che l’amicizia, nella sua forma più pura, non può essere mediata da algoritmi o piattaforme. Il rischio, altrimenti, è quello di vivere in una società sempre più connessa, ma paradossalmente più sola.
L’analisi di Crepet e degli studiosi come Biscaldi e Matera offre spunti preziosi per comprendere come bilanciare i benefici dei social media con il bisogno intrinseco di relazioni autentiche. Solo attraverso questa consapevolezza sarà possibile preservare la qualità delle relazioni umane, costruendo legami che vadano oltre l’effimera logica del “mi piace”.