La decisione del Tribunale di Cassino riapre il dibattito sull’utilizzo dell’algoritmo GPS per l’assegnazione delle supplenze. Diverse sentenze hanno ormai evidenziato come il sistema attuale, basato su un algoritmo poco trasparente e soggetto a errori, possa generare situazioni di ingiustizia e penalizzare i docenti con punteggi più alti. Il principio di meritocrazia, che dovrebbe guidare l’assegnazione degli incarichi, viene messo in discussione da un sistema che sembra premiare la casualità più che il merito. La mancanza di chiarezza e trasparenza nell’operato dell’algoritmo crea incertezza e preoccupazione tra i docenti, che si trovano spesso in balia di un sistema che non garantisce la tutela dei loro diritti.
In vista del prossimo anno scolastico, quando l’algoritmo GPS sarà nuovamente utilizzato per l’assegnazione delle supplenze, è necessario un intervento urgente da parte del Ministero dell’Istruzione. È fondamentale rivedere il sistema attuale, garantendo maggiore trasparenza e rispetto del principio di meritocrazia. I docenti hanno il diritto di conoscere i criteri con cui vengono assegnate le supplenze e di essere certi che il loro impegno e la loro professionalità vengano valutati in modo equo. Un sistema di assegnazione delle supplenze più giusto ed efficiente contribuirebbe a migliorare la qualità del sistema scolastico italiano, garantendo la presenza di docenti motivati e preparati nelle scuole.