Anche il Comitato scuole sicure L’Aquila ha rilanciato il tema, evidenziando dati allarmanti. Oltre 3.500 studenti frequentano le lezioni in 17 Musp (Moduli per l’Uso Scolastico Provvisorio), soluzioni temporanee adottate dopo il terremoto, ma ancora in uso a distanza di anni. Più del 60% delle scuole costruite in muratura o cemento armato ha indici di vulnerabilità compresi tra 0,15 e 0,46, ben lontani dai livelli considerati accettabili per garantire la sicurezza in caso di nuovi eventi sismici.
Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha difeso le iniziative messe in campo dall’amministrazione, illustrando un piano di interventi che prevede oltre 100 milioni di euro già stanziati per la ricostruzione delle scuole. Biondi ha inoltre annunciato l’attesa di ulteriori 33 milioni di euro legati al terzo Piano annuale di ricostruzione degli edifici scolastici, il cui esame è previsto nella prossima seduta del Cipess. Tuttavia, molti cittadini e attivisti chiedono maggiore trasparenza e tempi certi per la realizzazione dei progetti.
La sicurezza degli edifici scolastici non è solo una questione tecnica, ma anche una sfida di programmazione e volontà politica. Come dimostrato dall’esperienza del palazzo dell’Emiciclo, l’uso di tecnologie avanzate può trasformare edifici vulnerabili in strutture sicure. Tuttavia, l’applicazione diffusa di queste soluzioni richiede investimenti adeguati e un approccio integrato che coinvolga progettisti, amministratori e comunità scolastiche.
Il dibattito sulla sicurezza delle scuole a L’Aquila non può più essere ignorato. L’allarme lanciato dagli esperti e dai comitati civici solleva un imperativo morale e politico: proteggere le vite dei più giovani e garantire loro un futuro scolastico sicuro. I fondi stanziati sono un buon inizio, ma la vera sfida sarà trasformarli in interventi concreti ed efficaci nel minor tempo possibile.