L’eccellenza dell’Institut auf dem Rosenberg ha un prezzo. La retta annuale si aggira intorno ai 176.000 dollari, rendendola una delle scuole più costose al mondo. Questa cifra supera di gran lunga i costi delle università più prestigiose, come Harvard, che richiede circa 80.000 dollari all’anno.
A titolo di confronto, l’Università di San Gallo in Svizzera, rinomata a livello internazionale, applica una retta di circa 1.200 franchi svizzeri a semestre. L’Institut auf dem Rosenberg rappresenta quindi non solo un investimento educativo, ma anche uno status symbol, riservato a chi può permettersi di spendere cifre astronomiche per garantire ai propri figli un accesso privilegiato alle élite globali.
Nonostante i suoi evidenti meriti accademici e formativi, l’Institut auf dem Rosenberg solleva interrogativi etici e sociali. La qualità dell’istruzione dovrebbe dipendere dalla disponibilità economica? La possibilità di accedere a opportunità educative così avanzate è riservata a una minoranza facoltosa, alimentando un divario sempre più ampio tra le classi sociali.
Questa realtà mette in discussione il diritto universale all’istruzione, evidenziando come l’accesso alle migliori risorse formative sia legato più alla capacità economica che al merito. Se da un lato l’Institut auf dem Rosenberg rappresenta un modello di eccellenza educativa, dall’altro sottolinea la necessità di politiche che garantiscano pari opportunità a tutti gli studenti, indipendentemente dal loro background economico.
L’Institut auf dem Rosenberg non è solo una scuola, ma un’istituzione simbolo del mondo contemporaneo, in cui l’eccellenza educativa e l’esclusività economica si intrecciano, aprendo riflessioni sul futuro dell’istruzione e sulle disuguaglianze globali.