Il nuovo Bando PNRR2 ha provocato l’esplosione del disappunto dei docenti, da un lato, i precari storici che sembrano destinati a scontare una condizione di perenne precarietà (causata dal repentino cambiamento di regole al variare di ogni maggioranza governativa), dall’altro, gli idonei dei concorsi già svolti, i quali avendo superato una o più prove concorsuali non hanno l’ intenzione di sottoporsi a ulteriori selezioni per il ruolo, avendo già testimoniato in facta l’ idoneità o la vittoria nelle sedi opportune.
A peggiorare ulteriormente la situazione è stata l’introduzione nelle graduatorie del concorso PNRR 1 di una riserva del 15% dei posti per chi ha svolto il Servizio Civile Universale, ovvero una corsia preferenziale nei confronti di giovani senza alcuna esperienza. Ciò ha naturalmente determinato, sebbene il conseguimento di voti più alti, che i precari venissero scavalcati nelle rispettive graduatorie.
La vicenda ha assunto contorni ancor più inquietanti nel momento in cui il Governo, ha manifestato scarsa trasparenza, ossia ambiguità di fronte alle richieste degli interessati, lasciando supporre di aver chiesto all’Europa un confronto per la modifica delle modalità di reclutamento legate al PNRR, senza specificarne i tempi e sostenendo che solo con l’assenso dell’Europa potrebbero essere evitate le nuove procedure concorsuali (eh sì, al plurale, dato che il prossimo anno, avremo l’ennesimo regalo natalizio, il concorso PNRR 3).
Lo storytelling governativo ha davvero del grottesco, dato che, come indicatoci dall’Europa, i temi della formazione e del reclutamento sono di esclusiva sovranità nazionale, pertanto nessuna autorizzazione è necessaria per stabilizzare i precari!
Sulla situazione si sono espresse anche le principali organizzazioni sindacali, FLC CGIL, UIL SCUOLA, SNALS e ANIEF, le quali denunciano l’inefficacia dei concorsi previsti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza ai fini della risoluzione del problema del precariato.
Il Comitato Precari Uniti per la Scuola lancia un appello alla politica per scongiurare la reiterazione di ulteriori concorsi, anche per evitare lo sperpero di denaro pubblico per lo svolgimento delle procedure, denaro che peraltro andrà restituito! La proposta che ha già consegnato al Ministero è: doppio canale di reclutamento, unica strada possibile per assorbire il dilagante precariato nella scuola, ovvero reclutamento per il 50% da graduatorie di idonei dei concorsi precedenti e 50% da GPS.
Ragionevolmente appare al di là dei dubbi questa l’unica via da perseguire per affrontare l’ emergenza nazionale che coinvolge l’ intero comparto scuola.
Comitato Precari Uniti per la Scuola