Le ragioni principali dell’espatrio non si riducono solo ai salari inferiori rispetto alla media europea, ma riguardano soprattutto la ricerca di opportunità professionali più gratificanti (26%) e una migliore qualità della vita (23,4%). Si tratta quindi di una fuga dettata più dalla necessità che dalla scelta.
Il contesto universitario italiano appare sempre più in crisi, con risorse insufficienti e una crescente precarizzazione del personale accademico. La Rete delle società scientifiche italiane ha espresso forti critiche alla riforma proposta dalla ministra Bernini, che mira a modificare l’accesso al lavoro nella ricerca, rischiando di aumentare ulteriormente il precariato. A seguito delle proteste del movimento delle assemblee precarie, dei sindacati e delle associazioni accademiche, l’iter parlamentare della riforma è stato sospeso, come riconosciuto dalla stessa ministra.
Secondo Mario Pianta, docente della Scuola Normale Superiore e presidente della Società degli economisti italiani, la legge di bilancio prevede drastici tagli al sistema universitario: 247 milioni di euro nel 2025, 239 milioni nel 2026 e 216 milioni nel 2027. A risentirne non sarà solo la stabilizzazione dei ricercatori precari, ma anche la sostenibilità stessa dei corsi di studio, aggravata dal blocco del turnover al 75% del personale prossimo alla pensione. Pianta e la Rete delle società scientifiche chiedono che il turnover venga portato al 100% per evitare il collasso didattico.
Parallelamente, la manovra di bilancio ha previsto per il 2024 un aumento del 4,8% degli stipendi del personale strutturato, un adeguamento minimo rispetto all’inflazione. Tuttavia, questa misura non è accompagnata da un finanziamento adeguato e il costo stimato di circa 250 milioni di euro rischia di ricadere sulle università già in difficoltà finanziaria.
Il convegno di Firenze si inserisce in un quadro più ampio di mobilitazione contro i tagli e la precarizzazione dell’università. Il 20 marzo, in occasione della giornata nazionale dell’università, le assemblee precarie hanno indetto uno sciopero in numerosi atenei italiani, da Torino a Palermo. Le iniziative previste comprendono lezioni all’aperto, presidi e altre forme di protesta in linea con il Manifesto delle assemblee precarie, redatto durante la riunione nazionale di Bologna a febbraio.