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Italia ultima per investimenti scolastici: allarme Svimez su denatalità e spopolamento nel Sud

Secondo Svimez, l’Italia si posiziona all'ultimo posto tra le grandi economie europee per gli investimenti nel settore dell’istruzione. Le proposte di Anief

Svimez

Secondo il Rapporto Svimez 2024, l’Italia si posiziona all’ultimo posto tra le grandi economie europee per gli investimenti nel settore dell’istruzione. Tra le cause principali, emergono la denatalità e lo spopolamento delle aree del Mezzogiorno, che hanno determinato una riduzione significativa degli studenti nelle scuole del Sud, quasi doppia rispetto al Centro-Nord. Questo scenario solleva preoccupazioni sul futuro del sistema educativo, soprattutto nelle aree marginali, dove gli istituti rischiano di chiudere.

Il sindacato Anief ha ribadito l’urgenza di affrontare queste criticità con interventi mirati, tra cui l’istituzione di organici aggiuntivi, il rafforzamento del tempo pieno e l’introduzione di politiche che promuovano la continuità didattica. Le soluzioni proposte mirano a sostenere il sistema scolastico nelle aree più vulnerabili, fornendo strumenti per contrastare la dispersione scolastica e migliorare le condizioni dell’istruzione nel Sud Italia.

I dati Svimez: crollo degli studenti e rischi per il sistema scolastico

Nel periodo tra il 2017/18 e il 2022/23, il numero di studenti in Italia è sceso da oltre 7,5 milioni a circa 7 milioni, registrando un calo del 6%. La riduzione è particolarmente marcata nel Sud, dove il numero di alunni è diminuito del 9%, rispetto al 4% del Centro-Nord. Le previsioni indicano che, entro il 2035, la popolazione italiana tra i 5 e i 14 anni potrebbe ridursi del 22%, passando dagli attuali 5,2 milioni a poco più di 4 milioni.

Questo trend demografico ha gravi implicazioni per il sistema scolastico. Secondo Svimez, circa 3.000 Comuni italiani (il 38% del totale) rischiano di non avere scuole primarie adeguate, soprattutto nelle aree interne e marginali. Nel Mezzogiorno, il rischio è particolarmente elevato, con il 46% dei Comuni che potrebbero trovarsi in difficoltà.

Disparità territoriali nell’offerta scolastica

Il rapporto Svimez evidenzia profonde disparità territoriali nell’offerta di servizi scolastici. Ad esempio, solo il 26% degli edifici scolastici del Mezzogiorno dispone di una mensa, rispetto al 54% del Centro-Nord. La Sicilia registra il dato peggiore, con appena il 18% delle scuole dotate di mensa, mentre la Toscana si distingue con il 78%.

Anche la presenza di palestre rispecchia questo divario. Nella scuola primaria, solo il 34% degli istituti nel Sud dispone di una palestra, contro il 46% del Centro-Nord. La Calabria è la regione con la percentuale più bassa (19%), mentre la Puglia si posiziona come la più virtuosa, con il 64% di edifici scolastici attrezzati.

Le proposte di Anief per il rilancio del sistema scolastico

Di fronte a questa situazione, Anief ha avanzato una serie di proposte per rafforzare il sistema educativo italiano. Tra le misure richieste, figurano:

  1. Tempo pieno e organici aggiuntivi: estendere il tempo pieno nelle scuole del Sud e introdurre organici maggiorati nelle aree a rischio.
  2. Assunzioni mirate: stabilizzare i precari con oltre 36 mesi di servizio e assumere i docenti idonei presenti nelle graduatorie concorsuali.
  3. Riduzione del numero di alunni per classe: creare condizioni di apprendimento più favorevoli, garantendo un rapporto più equilibrato tra studenti e insegnanti.
  4. Insegnanti in copresenza: reintrodurre questa pratica, soprattutto nella scuola primaria, per migliorare la qualità dell’istruzione.
  5. Contratti aggiuntivi per il personale ATA: ripristinare i contratti legati ai progetti PNRR e alle attività anti-dispersione.

Il presidente di Anief, Marcello Pacifico, ha sottolineato che queste misure sono indispensabili per contrastare i danni causati da anni di mancati investimenti e per garantire un futuro migliore al sistema scolastico italiano, soprattutto nelle aree più fragili del Paese.

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