Il 5 marzo 2025 è entrato in vigore il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 13/2025, che introduce importanti modifiche al calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). In particolare, il decreto prevede l’esclusione dal patrimonio mobiliare, ai fini ISEE, dei titoli di Stato, dei buoni fruttiferi postali e dei libretti di risparmio postale, fino a un valore massimo complessivo di 50.000 euro per nucleo familiare.
Tuttavia, le amministrazioni pubbliche hanno 30 giorni di tempo per adeguarsi, quindi l’applicazione effettiva delle nuove disposizioni potrebbe avvenire entro il 4 aprile 2025. Nel frattempo, l’INPS sta lavorando all’aggiornamento dei moduli per la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e alla pubblicazione di una circolare esplicativa per chiarire le nuove regole.
Benefici attesi per le famiglie
Questa modifica normativa potrebbe avere un impatto positivo su molte famiglie italiane. Con l’esclusione di tali strumenti di risparmio dal calcolo dell’ISEE, l’indicatore potrebbe risultare più basso, ampliando l’accesso a diverse agevolazioni e bonus, come l’assegno unico per i figli e il bonus bollette. Ad esempio, una famiglia che possiede buoni postali per 30.000 euro e titoli di Stato per 25.000 euro vedrà esclusi dal calcolo ISEE fino a 50.000 euro, beneficiando così di un indicatore economico più favorevole.
Cosa fare: presentare un nuovo ISEE o una modifica?
Se hai già presentato l’ISEE 2025 prima del 5 marzo, il calcolo è stato effettuato con le vecchie regole, includendo titoli di Stato e buoni postali nel patrimonio mobiliare. In questo caso, se l’esclusione di questi beni può abbassare il tuo ISEE e farti ottenere più agevolazioni, puoi presentare una nuova DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) per il ricalcolo.
Se non hai ancora presentato l’ISEE 2025, potrebbe essere conveniente attendere l’aggiornamento dei moduli da parte dell’INPS, previsto entro il 4 aprile 2025, per assicurarti che il calcolo avvenga secondo le nuove regole.
Infine, se hai subito variazioni economiche rilevanti, potresti valutare di richiedere l’ISEE corrente, che considera la tua situazione economica più recente, purché rientri nei requisiti previsti dalla normativa vigente.
Ritardi nell’implementazione delle nuove disposizioni
Nonostante l’entrata in vigore del decreto, l’applicazione concreta delle nuove disposizioni potrebbe subire ritardi a causa dell’assenza di istruzioni operative dettagliate. Le amministrazioni pubbliche hanno 30 giorni per adeguarsi alle nuove norme, ma attualmente mancano i moduli aggiornati e le linee guida necessarie per la compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). L’INPS ha comunicato che il nuovo modello di DSU sarà disponibile da aprile e comunque entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto.
Iniziative per l’attuazione delle modifiche
Per affrontare le problematiche operative, è stata convocata una riunione tra i Centri di Assistenza Fiscale (CAF), il Ministero del Lavoro e l’Agenzia delle Entrate, al fine di definire gli aspetti pratici dell’attuazione delle nuove disposizioni. L’INPS ha inoltre dichiarato che una circolare esplicativa è in fase di elaborazione per fornire chiarimenti agli operatori e ai cittadini. Tuttavia, i ritardi nell’attuazione rischiano di creare disagi, soprattutto in un periodo cruciale per la presentazione delle DSU aggiornate.
È fondamentale che le istituzioni coinvolte accelerino il processo di adeguamento per garantire ai cittadini i benefici previsti dalla normativa.
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