Sommario
L’avvio delle iscrizioni al nuovo anno scolastico porta con sé, per gli studenti e le loro famiglie, la necessità di affrontare la scelta relativa all‘insegnamento della religione cattolica (IRC). Questa decisione, apparentemente semplice, solleva in realtà importanti questioni legate all’organizzazione scolastica, alla tutela del diritto all’istruzione e alla gestione delle attività alternative. In questo articolo, approfondiremo la normativa di riferimento, le opzioni a disposizione degli studenti che non si avvalgono dell’IRC e le modalità di organizzazione delle attività alternative, con particolare attenzione alla delicata questione dell’uscita dalla scuola durante le ore di religione.
IRC: il quadro normativo e le opzioni alternative
Il diritto degli studenti di scegliere se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica è sancito dall’art. 310 del Testo Unico sull’istruzione (d.lgs. 297/1994). Tale diritto trova fondamento nell’accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, ratificato con la legge n. 121 del 25 marzo 1985, che garantisce la libertà di coscienza e il rispetto della responsabilità educativa dei genitori. La scelta, da esercitarsi al momento dell’iscrizione per ogni anno scolastico, deve essere effettuata personalmente dagli studenti delle scuole superiori, mentre per le scuole primarie e secondarie di primo grado la decisione spetta ai genitori o ai tutori legali.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, attraverso apposite circolari, ha definito le diverse opzioni alternative all’IRC, tra cui: attività didattiche e formative; studio e ricerca individuale con assistenza di personale docente o educativo; studio individuale non assistito (solo per le scuole secondarie di secondo grado); e allontanamento dalla scuola, con possibilità di entrata posticipata, uscita anticipata o durante le ore intermedie. Questa varietà di opzioni trova la sua base nelle disposizioni legislative e nella sentenza n. 13 dell’11 gennaio 1991 della Corte costituzionale, che ne ha confermato la legittimità nel rispetto del dettato costituzionale. È importante sottolineare che né il Dirigente scolastico né il Collegio dei docenti possono modificare o limitare tali scelte.
Organizzazione delle attività didattiche alternative
La circolare ministeriale n. 368 del 1985, tuttora in vigore, stabilisce che le scuole, in presenza di richieste, debbano organizzare attività didattiche alternative all’IRC. La programmazione di tali attività è deliberata dal Collegio dei docenti e si svolge in spazi dedicati, garantendo la necessaria vigilanza sugli studenti.
Per la selezione del personale incaricato di queste attività, è previsto un ordine di priorità che include: docenti interni, con precedenza per quelli in esubero o con necessità di completare l’orario di cattedra; attribuzione di ore eccedenti fino a 6 ore settimanali a docenti disponibili; e nomina di supplenti dalle graduatorie di istituto, con contratto a tempo determinato. È fondamentale precisare che gli incarichi per le attività alternative all’IRC non possono essere affidati a insegnanti di religione cattolica.
Allontanamento dalla scuola e gestione delle uscite
Nel caso in cui la famiglia o lo studente optino per l’allontanamento dal plesso scolastico durante le ore di religione, è indispensabile una dichiarazione scritta che sollevi la scuola dalla responsabilità di vigilanza, trasferendola ai genitori o a chi esercita la potestà genitoriale. Questa dichiarazione deve specificare le modalità di uscita e l’eventuale rientro dell’alunno. Per semplificare la gestione degli allontanamenti, i Dirigenti scolastici possono adottare regolamentazioni interne, come ad esempio l’assegnazione delle ore di religione alla prima o all’ultima ora di lezione, facilitando così l’organizzazione delle uscite degli studenti che non si avvalgono dell’IRC.
In conclusione, la scelta relativa all’insegnamento della religione cattolica richiede un’attenta analisi delle diverse opzioni disponibili e delle relative implicazioni organizzative. La scuola, nel rispetto della normativa vigente, ha il dovere di garantire a tutti gli studenti il diritto all’istruzione e alla libertà di coscienza, offrendo alternative valide e organizzate in modo efficiente.
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