La FLC CGIL ha contestato la dichiarazione del ministro, evidenziando come l’incarico assegnato a INDIRE per la specializzazione al sostegno non trovi fondamento nella programmazione della ricerca nazionale né nei piani dell’ente. L’accusa riguarda anche il mancato rispetto dell’autonomia di INDIRE, con un commissariamento che, secondo i sindacati, avrebbe imposto modifiche statutarie per adattare l’ente a compiti non previsti.
I lavoratori precari del sostegno hanno espresso il loro disappunto in un comunicato: “Abbiamo affrontato anni di formazione rigorosa e costosa per ottenere un titolo richiesto dallo Stato, con la promessa di una stabilizzazione mai arrivata. Ora si propongono percorsi semplificati, rischiando di escludere chi ha già acquisito le qualifiche”. Questo riferimento si collega a una presunta riduzione dei crediti formativi per i nuovi percorsi di specializzazione affidati a INDIRE, percepiti come una scorciatoia che mina il valore della formazione precedente.
Il sindacato denuncia da tempo le difficili condizioni lavorative all’interno di INDIRE, sottolineando la presenza di precariato, l’assenza di valorizzazione del personale e impegni disattesi che hanno portato a un continuo esodo di lavoratori qualificati. La nomina di un commissario straordinario, Francesco Verbaro, ha ulteriormente alimentato le critiche, poiché non sarebbero stati avviati confronti con le organizzazioni sindacali né con il personale.
La FLC CGIL ha ribadito la necessità di rispetto per INDIRE come ente autonomo e per la verità dei fatti, accusando il ministro di distorcere le informazioni per giustificare scelte controverse, già oggetto di polemiche in altri ambiti, come la filiera tecnico-professionale e il tema delle retribuzioni.
Il caso INDIRE pone l’accento su questioni centrali come l’autonomia degli enti pubblici di ricerca e la gestione della formazione dei docenti, temi che coinvolgono direttamente migliaia di lavoratori e il futuro del sistema scolastico italiano. L’assegnazione di nuovi compiti all’ente e la semplificazione dei percorsi di specializzazione devono essere valutati alla luce delle normative vigenti, garantendo trasparenza e rispetto per tutte le parti coinvolte. La vicenda evidenzia inoltre la necessità di una pianificazione strategica condivisa e di un maggiore coinvolgimento delle istituzioni accademiche e dei sindacati.