Il livello di istruzione dei giovani con disabilità in Italia è un altro punto chiave nella discussione sull’inclusione scolastica. Secondo i dati dell’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani, il 29,5% dei giovani disabili italiani tra i 18 e i 24 anni ha completato il diploma di scuola superiore. Questo dato supera la media europea, che si attesta al 22,5%. Tuttavia, rimangono evidenti difficoltà nell’accesso agli studi superiori e nel completamento del ciclo scolastico per molti studenti con disabilità. Nonostante ciò, vari studi sottolineano che l’inclusione scolastica favorisce una maggiore socializzazione, competenze trasversali e una maggiore autonomia negli studenti con disabilità, consolidando il modello italiano come un riferimento per altri Paesi.
A livello europeo, l’Italia si posiziona come leader nel settore dell’inclusione scolastica, con il 97% degli studenti con disabilità considerati inclusi, ovvero integrati nelle classi comuni. Questo dato risalta in modo particolare se paragonato a quello di altri Paesi, come la Germania, dove solo il 52% degli studenti con disabilità frequenta scuole comuni, o la Francia, con una percentuale del 87%, ma con solo il 43% di tempo effettivo trascorso nelle classi comuni. La presenza di insegnanti di sostegno è fondamentale per il successo di questo modello: in Italia, il rapporto tra studenti con disabilità e docenti di sostegno è di 0,5, mentre in Portogallo è di 7, con un insegnante per ogni 13 studenti disabili.
Nonostante i progressi, l’Italia ha ancora margini di miglioramento. Investire nella formazione dei docenti di sostegno, garantire la continuità delle assegnazioni e migliorare il supporto post-scolastico per gli studenti con disabilità sono alcune delle sfide principali. Solo con un impegno costante, la scuola italiana potrà diventare sempre più un ambiente accessibile e accogliente per tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro abilità.