Accanto a Nazarena, un altro elemento fondamentale per il suo successo è stato il sostegno incondizionato della sua famiglia. La madre Lea e la sorella Swami hanno rappresentato il suo punto di riferimento, diventando i suoi occhi, le sue mani e le sue voci. Ogni giorno, hanno dedicato il loro tempo per aiutarla a studiare, leggendo i testi universitari e guidandola nella preparazione degli esami. “Senza di loro, questo sogno non sarebbe stato possibile. La loro presenza e il loro amore sono stati il mio punto di forza“, sottolinea con emozione Nazarena.
La tesi di laurea di Nazarena ha portato l’arte verso una nuova frontiera: l’inclusione. Collaborando con Palazzo Barberini, ha dimostrato come l’arte possa abbattere barriere e unire le persone. Il suo progetto, volto a rendere l’arte accessibile a tutti, è un esempio concreto di come la cultura possa essere uno strumento di inclusione sociale.
L’inclusione scolastica ha dato la possibilità a Nazarena di superare ogni ostacolo e raggiungere un traguardo che sembrava impossibile. La sua laurea è un simbolo di quanto sia importante creare ambienti educativi accessibili a tutti, indipendentemente dalle loro abilità. Questa storia ci ricorda che le disabilità non sono limiti, ma sfide da affrontare insieme.