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Il Due per Mille: un’analisi dei contributi ai partiti politici nel 2023

Il Due per Mille: analisi delle donazioni ai partiti politici nel 2023. Focus su Pd, Fratelli d'Italia e Lega e la discrepanza rispetto ai risultati elettorali.

contributi ai partiti politici

Il “voto” espresso tramite il Due per Mille, destinato ai partiti politici, ha generato nel 2023 oltre 24 milioni di euro. Sebbene la parola “voto” sia usata in senso lato, in quanto questa scelta non ha riflessi politici diretti, l’assegnazione dei fondi avviene in modo diverso rispetto a quanto accade nelle urne elettorali.

Analizzando i dati del Dipartimento delle finanze, emerge che il comportamento dei contribuenti non segue necessariamente le logiche dei risultati elettorali, con una distribuzione delle risorse che non riflette direttamente i successi alle urne. A dieci anni dalla sua introduzione (anno finanziario 2014), è interessante esaminare quali forze politiche hanno maggiormente beneficiato di questa parte di Irpef e quali sono le dinamiche dietro la scelta dei contribuenti.

Il Due per Mille: i principali beneficiari

Negli ultimi cinque anni, dal 2019 al 2023, i partiti italiani hanno incassato quasi 100 milioni di euro grazie al Due per Mille, con una netta supremazia del Partito Democratico. Il PD ha ottenuto ben 38,2 milioni di euro, posizionandosi stabilmente al primo posto tra i partiti che raccolgono più fondi. Fratelli d’Italia si è piazzato al secondo posto, incassando 14 milioni, seguito dalla Lega con 9,5 milioni. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sottolinea che i dati relativi al 2014 non possono essere comparati con quelli degli anni successivi a causa della complessità della procedura di scelta, che richiedeva una modalità meno diretta. A partire dal 2015, con l’introduzione di una procedura più semplice, i contribuenti hanno potuto esprimere le proprie preferenze direttamente attraverso la dichiarazione dei redditi.

Nel 2015, il Partito Democratico ha dominato la scena, ottenendo quasi 600 mila scelte valide, pari al 54% delle preferenze totali, per un incasso di oltre 5,3 milioni di euro. La Lega Nord, all’epoca ancora chiamata così, si posizionava al secondo posto con il 12,5% delle scelte e 1,1 milioni di euro. Sinistra Ecologia Libertà (SEL) chiudeva il podio con un 9,1% di preferenze, incassando oltre 881 mila euro.

Il Pd domina ancora nel 2023

Nel 2023, nonostante il calo elettorale, il Partito Democratico ha continuato a essere il principale beneficiario del Due per Mille, con oltre il 30% delle preferenze espresse dai contribuenti, che gli hanno garantito un introito di oltre 8,1 milioni di euro. Fratelli d’Italia, sebbene abbia dominato alle urne nelle elezioni politiche del 2022, con il 26% dei voti, si è fermato al secondo posto per quanto riguarda il Due per Mille, ottenendo quasi il 20% delle preferenze e incassando 4,8 milioni di euro. Il Movimento 5 Stelle ha raccolto circa il 10% delle preferenze, con un introito di 1,8 milioni di euro.

Questa discrepanza tra i risultati elettorali e la raccolta fondi tramite il Due per Mille dimostra come le logiche del finanziamento pubblico ai partiti seguano percorsi differenti rispetto alle dinamiche elettorali. Il PD continua a riscuotere il maggior consenso tra i contribuenti, indipendentemente dal numero di voti ottenuti alle elezioni. Al contrario, Fratelli d’Italia, pur crescendo in maniera significativa nelle urne, fatica a tradurre questo successo in un aumento delle preferenze nelle dichiarazioni dei redditi.

La crescita di Fratelli d’Italia e il declino della Lega

Nonostante la crescita costante di Fratelli d’Italia nel panorama politico italiano, con un incremento dei voti dal 2% del 2013 al 26% del 2022, il partito di Giorgia Meloni non riesce ancora a tradurre l’appoggio elettorale in un aumento significativo delle preferenze per il Due per Mille. Tuttavia, una nota positiva per Fratelli d’Italia è rappresentata dal superamento della Lega nella classifica dei fondi raccolti. Fino al 2020, la Lega occupava stabilmente il secondo posto, subito dietro al Partito Democratico, per quanto riguarda il numero di fondi ricevuti. Nel 2023, invece, si è dovuta accontentare del quarto posto, con un netto calo delle preferenze e dei fondi ricevuti.

Le dinamiche del finanziamento pubblico ai partiti

Le preferenze espresse tramite il Due per Mille rappresentano una forma di “voto” alternativo, che non segue necessariamente le logiche delle urne elettorali. Questo meccanismo di finanziamento pubblico consente ai contribuenti di destinare una parte dell’Irpef a favore di un partito politico, senza che ciò comporti un aumento delle imposte. Nonostante questo, il comportamento dei contribuenti non sempre rispecchia le preferenze politiche espresse durante le elezioni.

Il caso del Partito Democratico è emblematico: pur avendo ottenuto il 19% dei voti alle elezioni politiche del 2022, continua a raccogliere oltre il 30% delle preferenze nel Due per Mille. Al contrario, Fratelli d’Italia, che ha ottenuto il 26% dei voti alle urne, raccoglie solo il 20% delle preferenze nelle dichiarazioni dei redditi.

Il Due per Mille rappresenta quindi un indicatore diverso rispetto ai risultati elettorali e riflette una tendenza più legata alla fedeltà degli iscritti e dei simpatizzanti piuttosto che al consenso elettorale. Questa dinamica si conferma anche guardando agli altri partiti. Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, nonostante una rilevante presenza alle urne, fatica a raccogliere fondi tramite il Due per Mille, posizionandosi al terzo posto con il 10% delle preferenze e 1,8 milioni di euro.

In conclusione, il Due per Mille offre un interessante spaccato su come i cittadini italiani esprimano la propria preferenza economica verso i partiti, che spesso non coincide con la scelta politica fatta durante le elezioni. Il Partito Democratico continua a dominare questa particolare “competizione”, mentre Fratelli d’Italia e la Lega vedono ridimensionata la loro forza elettorale quando si tratta di raccolta fondi tramite le dichiarazioni dei redditi.

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