sabato, 21 Dicembre 2024
HomeComunicatiIl dimensionamento scolastico in Italia: l'analisi di Uil Scuola Rua

Il dimensionamento scolastico in Italia: l’analisi di Uil Scuola Rua

Analisi di Uil Scuola Rua sul dimensionamento scolastico in Italia: risparmi per lo Stato, penalizzazioni per la scuola e necessità di una riforma strutturale.

Il seguente comunicato stampa è stato inviato alla nostra redazione dall’Ufficio Stampa Uil Scuola Rua e fornisce un’analisi approfondita sui processi di dimensionamento scolastico in Italia. A partire dall’anno 2000, il Paese ha assistito a una costante riduzione delle autonomie scolastiche, un fenomeno che ha visto la perdita di circa 1.000 scuole in dieci anni e che proseguirà anche nei prossimi dieci.

Nel testo, Giuseppe D’Aprile, Segretario generale di Uil Scuola Rua, critica l’approccio adottato dai governi passati e attuali, che hanno scelto di ridurre il numero delle scuole come una misura di contenimento della spesa pubblica, con conseguenti risparmi per lo Stato. Tuttavia, questo intervento, secondo D’Aprile, non porta benefici tangibili al personale scolastico né agli studenti, ma contribuisce solo a risanare le casse pubbliche. Il comunicato sottolinea l’importanza di una programmazione a lungo termine che veda l’istruzione come un settore da valorizzare e potenziare, non da svuotare.

Viene inoltre richiamata la necessità di una vera riforma che consideri non solo la riduzione delle scuole, ma anche la diminuzione del numero di alunni per classe, in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo documento offre quindi uno spunto per una riflessione critica sulla scuola del futuro, invitando a un investimento nella qualità dell’istruzione piuttosto che a un mero abbattimento dei costi.

Dossier Uil Scuola Rua: dimensionamento scolastico

Ecco come, da anni, la scuola contribuisce a foraggiare i conti pubblici

D’Aprile: Abbiamo perso mille scuole in dieci anni e ne perderemo altrettante nei prossimi dieci. Una programmazione da rivedere: sulla scuola non si fa cassa, si investe.

In dieci anni, il nostro Paese ha perso circa 1.000 autonomie scolastiche e nei prossimi dieci ne perderà altrettante. Dall’analisi dei dati relativi alla riduzione progressiva delle scuole nel nostro Paese è emerso che nel 2000-01 il numero delle istituzioni scolastiche era 11.592, nel 2011-12 9.139, nel 2021-22 8.511 e nel corrente anno scolastico sono scese a 7.981. In prospettiva, nel 2031-32, saranno 6.885. Una riduzione di circa il 40% in trenta anni.

Questo processo di dimensionamento produrrà risparmi di spesa pari a 88 milioni di euro.

L’unico beneficio per il dimensionamento riguarderà le casse dello Stato mentre non ci sarà nessun vantaggio per tutto il personale scolastico e, in una certa misura, neanche per alunni e genitori.

La scelta di fare cassa sulla scuola, attraverso i processi di dimensionamento, è stata fatta da diversi Governi che si sono succeduti negli anni, a partire dal Governo Berlusconi IV che, attraverso la riforma Tremonti/Gelmini, ha tagliato di 10 miliardi il bilancio di scuola e università (8,5 all’istruzione e 1,5 miliardi all’università).

Cifre che sono state certificate dalla Commissione europea:

riduzione dell’organico per 130 mila unità tra insegnanti e il personale ATA;

soppressione delle scuole sottodimensionate;

accorpamento degli istituti con meno di 500 iscritti.

L’analisi ex post di quelle misure mostra come la parte più consistente delle risorse derivanti dai tagli alla scuola (operate con le leggi numero 133/08, 169/08 e 240/10) sono state utilizzate per salvare Alitalia dall’acquisizione da parte di Air France. Salvataggio inutile, dal momento che la compagnia di bandiera si è trovata quasi immediatamente di nuovo in perdita.

Una riduzione di 10 mila classi, 90 mila cattedre, 30 mila supplenti e 44 mila posti per il personale non docente.

La volontà di razionalizzare/dimensionare il sistema è tornata in auge con il Governo Draghi.  La Legge n. 197/2022 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 – art. 1, cc. 557-558)sembra essersi mossa secondo la stessa logica di conseguimento di obiettivi di finanza pubblica del D.L. 98/2011 (Misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria) e ha trovato sponda da una indicazione europea, nell’ambito delle misure del PNRR, che mira ad adeguare la rete scolastica all’andamento anagrafico della popolazione studentesca.

Va evidenziato che la Missione 4 Componente 1 del PNRR («Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università») aveva previsto una cosa importante, ovvero, all’interno della Riforma 1.3 («Riforma dell’organizzazione del sistema scolastico»), il ripensamento dell’organizzazione del sistema scolastico con l’obiettivo di fornire soluzioni concrete a due tematiche in particolare: la riduzione del numero degli alunni per classe e il dimensionamento della rete scolastica.

Politiche queste che avrebbero dovuto indurre l’attuale Governo Meloni, chiamato a ridisegnare il progetto di dimensionamento, a considerare insieme al numero di scuole anche la riduzione del numero di alunni per classe come previsto negli interventi del PNRR. Ma così non è stato.

La deroga introdotta nel decreto Milleproroghe 2024, che prevede di poter attivare un ulteriore numero di autonomie scolastiche in misura non superiore al 2,5 per cento del contingente dei corrispondenti posti di dirigente scolastico e di DSGA, ha permesso alle regioni di limitare il danno dell’intervento di dimensionamento e, risparmiare dai tagli, 181 autonomie scolastiche a livello nazionale. La norma, però, rappresenta una risposta congiunturale solo per il 2024/25.

Governare il sistema di istruzione statale significa pianificare interventi strutturali su cui è necessario investire per disegnare la scuola dei prossimi anni attraverso una visione lungimirante che non si limiti a risolvere le singole emergenze o contingenze, afferma Giuseppe D’Aprile, Segretario generale Uil Scuola Rua.

Ridurre il numero degli alunni per classe – osserva D’Aprile – significherebbe trasformare il problema della denatalità in una opportunità e non in una penalizzazione.

Un intervento necessario per una didattica ancor più di qualità.

In tabella: i risparmi di spesa generati nei diversi anni in applicazione
della Legge di Bilancio 2022 (Art. 1 comma 557).

Segui i canali social di Scuolalink.it

© Copyright Scuolalink.it - Riproduzione Riservata

- Advertisment -

I più letti