Un passo significativo è stato compiuto con la sentenza n. 66 del 30 gennaio 2024 della Corte d’Appello di Firenze. Questo pronunciamento ha adottato un’interpretazione “costituzionalmente orientata” della normativa, stabilendo che il blocco del 2013 doveva essere inteso come una misura temporanea, limitata esclusivamente a quell’anno. La Corte ha evidenziato che nei lavori preparatori della legge non vi era alcun riferimento a un blocco permanente per gli anni futuri.
La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 16133 dell’11 giugno 2024, ha fornito un ulteriore elemento di riflessione, sebbene in un contesto diverso. La pronuncia riguardava un docente che aveva prestato servizio all’estero, riconoscendo la validità di tale servizio ai fini giuridici. Tuttavia, l’interpretazione di cosa si intenda per “fini giuridici” ha generato opinioni contrastanti.
Da un lato, alcuni ritengono che questo riconoscimento debba includere anche la ricostruzione di carriera, dato che ha implicazioni giuridiche ed economiche. Dall’altro lato, una visione più restrittiva suggerisce che il blocco del 2013 rimanga escluso dalla carriera, data la sua incidenza economica.
Nel corso degli anni, i governi hanno mantenuto un approccio restrittivo, considerando il blocco come permanente. Questa scelta, pur giustificata dalla necessità di contenere la spesa pubblica, ha comportato un risparmio significativo per le casse dello Stato, a scapito dei dipendenti scolastici.
Secondo i critici, tale interpretazione è in contrasto con l’intenzione originaria del legislatore, che prevedeva una misura di durata limitata. La decisione di non chiarire esplicitamente la temporaneità del blocco ha alimentato il contenzioso legale e il malcontento del personale.
Il nodo interpretativo sarà sciolto dalla Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sull’appello presentato dall’Avvocatura dello Stato contro la sentenza della Corte d’Appello di Firenze. L’udienza è fissata per il 2 aprile 2025 e rappresenta un momento cruciale per definire il futuro della normativa sul blocco del 2013.
Il personale scolastico attende con speranza il verdetto definitivo, che potrebbe porre fine a una lunga vicenda di incertezza e disparità. Un chiarimento definitivo da parte della Cassazione non è solo auspicabile, ma necessario per ristabilire equità e trasparenza nel trattamento economico e giuridico dei dipendenti del settore.