Sui social network, in questi giorni, la diatriba su questa scottante tematica si fa sentire abbondantemente. Alcuni commenti sono a favore della ‘stretta’ governativa, altri invece parlano di imposizione e costrizione fuori da ogni regola e contro ogni logica costituzionale.
Insomma, ancora una volta, si assiste alla guerra tra poveri che mette in secondo piano il vero nocciolo della questione. Gli insegnanti e tutto il personale della scuola è messo alla berlina ed è trattato come il fanalino della Pubblica Amministrazione. Si dovrebbe parlare di ripartenza culturale imperniata sulla didattica in presenza e come sempre le scelte politiche tendono a risolvere i problemi, aggirando gli ostacoli.
Anche lo stesso Ministro Bianchi, ammettendo i numeri dei vaccinati tra il personale della scuola, va contro le stesse scelte politiche del governo di cui fa parte. Quando afferma che «più dell’85% del personale scolastico si è vaccinato» ammette che ancora, con rammarico, la scuola non è un luogo sicuro.
Lo sa benissimo perché. Il vero problema sta nel fatto che il personale scolastico, quello del Paese, è presente per il 10% in ogni singolo istituto. Il gruppo più considerevole che stanzia dentro ogni istituto scolastico è rappresentato dagli studenti che ricoprono il restante 90%. Questi ultimi, come sappiamo, non sono vaccinati o il numero delle unità che lo è non è affatto significativo.
Detto tutto ciò si può stare davvero tranquilli dando la caccia a chi si è vaccinato (la maggior parte del personale scolastico) considerandolo erroneamente un untore, quando di fatto la scuola a settembre sarà piena di untori non certificati (ovvero gli studenti)?
A proposito degli studenti della scuola del primo e secondo ciclo, perché il Governo non ha deciso di pretendere il Green pass così come si è fatto per quelli universitari?