Cambia l’acronimo ma la sostanza è sempre quella: dalle Mad (Messa a disposizione) si passa alle GPS. Si tenta di sistemare qualcosa di confuso e assolutamente poco trasparente in cui la parzialità e gli interessi personali in questi ultimi anni l’hanno fatta da padrona, a volte (direi spesso) creando non poche perplessità tra gli addetti ai lavori.
Le Mad vanno in pensione e salgono alla ribalta le nuovissime GPS, dicevamo. Le graduatorie provinciali per le supplenze rappresenteranno per il prossimo futuro della scuola una palestra per molti aspiranti insegnanti per fare la loro meritata ‘gavetta‘. La nuova modalità predisposta dal governo in parte ha riparato le falle dell’eccessiva discrezionalità dei dirigenti, di quell’ordine ‘troppo’ sparso a cui si è assistito fino a poco tempo fa; in parte però è autentico il rischio che qualcuno (in effetti saranno tanti) moriranno di precariato istituzionalizzato.
Dei numeri, presunti o veri che siano, dei candidati che chiederanno il loro inserimento nelle nuove GPS, ne parla il Presidente nazionale del sindacato Anief. Ecco cosa dichiara Marcello Pacifico in tal senso: “Non si può giocare con i titoli di studio come si fa in borsa con il mercato dei titoli economici: per noi è importante non violare il principio di affidamento, come non cambiare, se non in modo chiaro, le linee di indirizzo che hanno portato alla valutazione delle graduatorie di Stato. E includere tutti i candidati che ne hanno diritto, come previsto dalle direttive UE”.
Una critica nei confronti delle nuove GPS viene mossa in queste ore anche da altri sindacati e dagli stessi soggetti che andranno a rinfoltire i nuovi elenchi provinciali dei precari. Si mettono in discussione le tabelle di valutazione dei titoli necessari a formare le graduatorie stesse. Su questo argomento Pacifico è chiaro: “Le graduatorie che si basano sulle tabelle di valutazione dei titoli in corso di aggiornamento rispetto a quanto inizialmente detto dall’amministrazione. Nella prima versione, ad esempio, le abilitazioni non erano valutate, ma ora, anche grazie all’intervento dell’Anief, sembra che comportino dei punteggi. Bisogna ora capire le regioni che hanno portato il ministero dell’Istruzione a cambiare la valenza su altri titoli, che da tredici anni veniva considerata in un certo modo”.