Si corre il rischio, sostengono i due accademici in un’intervista per l’AGI, di mandare in cattedra (luogo aulico per eccellenza) giovani studenti universitari senza esperienza. Di necessità si fa virtù, ma proprio l’idea di mandare dall’altro lato della cattedra uno studente poco esperto è fuori discussione.
Questo è quello che sostengono i due prof ordinari: “È sempre meglio che convocare soggetti non qualificati o senza titoli, ma ciò non elimina la questione di fondo”. Ci vuole la necessaria esperienza lavorativa oltre che delle necessarie ed indispensabili ore di tirocinio, previste tra le altre cose dal corso di studi che i giovani studenti devono ancora completare.
Diversamente – sostengono i due cattedratici – sarebbe l’impiego in cattedra dei laureandi, ovvero degli studenti del quinto anno del corso di studi in SFP. Quest’ultima iniziativa troverebbe d’accordo anche la CUNSF, Conferenza Universitaria Nazionale di Scienze della Formazione.