Dopo la pubblicazione dei nuovi elenchi delle GPS 2020 molti insegnanti (sarebbero quai 40mila) stanno facendo evidenziare la mole di strafalcioni ed errori, a volte anche macroscopici, compiuti dalle amministrazioni scolastiche in fase di valutazione e verifica, tra queste molti candidati sono stati anche esclusi. Mancano all’appello anche circa 200mila cattedre, tra queste molte sarebbero di sostegno.
GPS 2020, situazione drammatica e paradossale: servono 200mila supplenti tra poco meno di 12 giorni, molte sarebbero sul sostegno
Il problema adesso riguarda la tempistica visto che si è a ridosso del rientro ufficiale previsto in molte regioni il 14 settembre. In meno di dodici giorni dunque ‘occorrerebbero’ circa 200mila insegnanti da collocare in servizio in tutta la Penisola e si prevedono molti contenzioni.
L’alternativa sarebbe quella di iniziare senza questo esercito di formatori, con tutti i problemi che ne scaturirebbero visto il periodo poco felice a causa delle misure anti Covid-19.
Il grido d’allarme viene lanciato dai sindacati della scuola. Secondo le loro stime infatti mancherebbero oltre 200mila ruoli che dovrebbero essere occupati dai supplenti attraverso le nuove graduatorie provinciali e quelle d’Istituto.
Le cause, come abbiamo avuto il modo di sottolineare, andrebbero ricercate nella molte di pensionamenti (con quota 100) e nel ritardo dei concorsi ordinari e straordinari programmati e annunciati da tempo. Questo mixer ha portato ‘consapevolmente’ a questa situazione gravissima. Queste anomalie legate alla carenza degli organici portano come conseguenze dirette e indirette a delle patologie nell’ambito dell’inclusione per gli alunni che necessitano un aiuto maggiore, come appunto il sostegno di un insegnante ad hoc.
Il solito problema irrisolto: supplenti di sostegno senza titolo di specializzazione
Spiega Pino Turi, segretario della Uil scuola, in tal senso che in Lombardia rimarranno scoperti quasi 2mila posti sul sostegno nelle scuole secondarie di primo grado (scuole medie). La stessa cosa avverrà in Emilia Romagna, nel Veneto e in Puglia. Il caso della Campania è emblematico: resteranno vuote il 50% dei posti di sostegno.
La procedura della chiamata veloce, voluta dalla ministra Azzolina, purtroppo si è dimostrata in queste ore un vero e proprio flop; la volontà di rimanere nella propria città/Provincia di residenza è più forte della voglia di andare a lavorare fuori a qualunque costo. Dunque, il precariato aumenta in maniera esponenziale e il problema della supplentite, volente o nolente, resta di fatto drammaticamente irrisolto.
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