Su 12mila studenti presi a campione dal sito specializzato Skuola.net i dati hanno mostrato degli stupefacenti risultati:
Il 50% degli studenti, quest’anno, non parteciperà ai viaggi di istruzione a lungo raggio, in cui è previsto almeno un pernottamento. Al sud Italia questa percentuale raggiunge persino il 55%. Da quanto viene fuori dalla stessa indagine, le cause di questa rinuncia andrebbero ricercate nell’aumento esponenziale delle defezioni da parte dei docenti accompagnatori, i quali reputano che le uscite didattiche siano rischiose per l’elevato carico di responsabilità loro attribuito.
Le rinunce sono anche causate da motivi economici. Coloro che preferiscono forzosamente di non aderire alle uscite didattiche sono circa il 7% degli studenti italiani. Le famiglie di questi alunni, circa il 28%, non può permettersi materialmente di pagare per intero il costo del viaggio e del soggiorno del proprio figlio/a. Il sondaggio rivela anche che il 22% degli studenti “non si aggrega semplicemente perché, per le ragioni più varie, non hanno voglia di stare con i compagni al di là del tempo passato in classe”.
Il dato più interessante fuoriuscito da questa analisi rivela che tra le ragioni che stanno alla base delle mancate gite scolastiche, al primo posto si piazzano i docenti italiani (25%) i quali non sono più disposti ad accompagnare i loro studenti alle gite di istruzione. Altre cause vanno così distinte:
I ragazzi più intraprendenti, di contro, si organizzano da soli la gita. In questo caso, dall’indagine risulta che il 19% “degli studenti che non parteciperà alla gita ufficiale opterà per una breve vacanza con i genitori o, con gli amici (16%).