sabato, 15 Marzo 2025
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Genova, la protesta dei precari universitari: ‘L’ateneo rischia di affondare’

Genova, protesta dei precari dell’Università: inscenato l’affondamento di una nave per denunciare precarietà e tagli. Il rettore rassicura sui fondi.

Mentre nell’aula San Salvatore di Sarzano si celebrava l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Genova, fuori andava in scena una protesta simbolica. Un gruppo di lavoratori precari dell’ateneo ha inscenato l’affondamento di una nave, metafora di un’università pubblica sempre più minacciata dalla precarietà del personale accademico e dai tagli ai finanziamenti. Con slogan e dichiarazioni forti, i manifestanti hanno denunciato una situazione che rischia di compromettere la ricerca e l’insegnamento, mentre il rettore Federico Delfino ha risposto cercando di rassicurare sulla questione dei fondi. Ma le preoccupazioni restano

La protesta dei precari universitari

Questa mattina, un gruppo di lavoratori precari dell’Università di Genova ha manifestato davanti alla sede dell’inaugurazione dell’anno accademico. Il simbolo della protesta è stato una nave che si inabissa, rappresentazione dell’ateneo che rischia di affondare sotto il peso della precarietà lavorativa e dei tagli ai finanziamenti.

“Siamo le lavoratrici e i lavoratori precari che portano avanti la didattica e la ricerca“, hanno dichiarato i manifestanti. “Siamo circa la metà del personale dell’Università di Genova e il nostro lavoro, essenziale per il funzionamento dell’ateneo, è spesso invisibile, privo di tutele e garanzie contrattuali. Molti di noi non sanno se e dove lavoreranno l’anno successivo”.

Le ragioni della protesta

I precari dell’università denunciano un sistema che da anni rende il loro percorso professionale incerto e instabile. Tra le principali problematiche sollevate, vi sono il sottofinanziamento cronico dell’università pubblica, l’aumento delle posizioni a tempo determinato e le riforme che rischiano di rendere ancora più difficile la stabilizzazione.

“I tagli al fondo di finanziamento ordinario e la riforma Bernini peggioreranno ulteriormente la situazione”, spiegano i manifestanti. “Anche se attualmente sospesa, questa riforma non è stata ritirata e rischia di moltiplicare ulteriormente le figure precarie nel percorso accademico. Oggi, solo un decimo di chi ottiene un dottorato riesce a ottenere una stabilizzazione”.

A destare particolare preoccupazione sono anche i finanziamenti ridotti: nell’ultimo anno, l’Università di Genova ha visto un taglio di 14 milioni di euro. I precari accusano una progressiva “dismissione dell’università pubblica” e chiedono un’azione più decisa da parte delle istituzioni accademiche.

La risposta del rettore Federico Delfino

Il rettore dell’Università di Genova, Federico Delfino, ha cercato di rassicurare i manifestanti, riconoscendo la criticità della situazione. “Noi appartenenti alla comunità accademica abbiamo vissuto fasi di precariato, quindi comprendiamo benissimo la loro posizione”, ha dichiarato. “Si fa questo mestiere per vocazione e passione, ma è vero che il precariato è una costante del mondo universitario italiano. Faremo il possibile per dare continuità al lavoro di queste figure fondamentali per l’ateneo”.

Sulla questione dei fondi, il rettore ha offerto una prospettiva più ottimista: “Nel 2025 il finanziamento ordinario dovrebbe tornare ai livelli del 2023. A maggio avremo un quadro più chiaro, ma sono fiducioso che l’università potrà riprendere con un supporto economico adeguato“.

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