La differenza è sottile, ma il passaggio lascia trapelare ampi scenari futuri, come per esempio la possibilità di integrare alla didattica tradizionale in ‘presenza‘ una parte di didattica digitale come compendio generale alla formazione degli apprendimenti e dei contenuti agli studenti. Resta inteso che tutto questo viene fuori adesso, dopo la situazione emergenziale che la scuola tuttora sta vivendo.
Bisogna sottolineare inoltre come molte associazioni di docenti oltre che molti sindacati di categoria rivendicano un aumento degli stipendi del personale coinvolto. Non basterà dunque stilare un elenco di prescrizioni per l’inizio di una nuova modalità di insegnamento, ma occorrerà anche regolamentare i compensi economici degli stessi, in funzione dell’aggravio delle loro mansioni/prestazioni.
Ma ritorniamo alle dichiarazioni della ministra sull’argomento. Durante il suo intervento a Palazzo Madama la prima inquilina del dicastero di Viale Trastevere precisa: “Sono in corso di definizione le linee guida per l’utilizzo della didattica digitale integrata, proprio perché sia chiara la sua funzione di integrare, e non di sostituire, il percorso di apprendimento quale ulteriore strumento metodologico in via ordinaria e straordinaria”.
In poche parole, la didattica digitale pensata a partire dal prossimo anno scolastico dovrà coesistere con la didattica tradizionale. In tal senso la Azzolina continua: “Per tali ragioni, a questa attività si accompagneranno nelle prossime settimane spazi di formazione del personale scolastico sulle tematiche digitali e sul rientro in sicurezza”.