Fondi PNRR negati a due scuole di Milano – Il Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza di primo grado del TAR, ha stabilito che il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) dovrà risarcire al Comune di Milano un danno, pari al valore del finanziamento dei fondi Pnrr mai erogato, di 6 milioni di euro. La vicenda è stata ricostruita dal quotidiano ‘Il Giorno’.
CdS: esclusione ingiustificata dai fondi PNRR, maxi risarcimento per due scuole milanesi
Secondo i giudici, i progetti di riqualificazione di due scuole sono stati ingiustamente esclusi dall’elenco degli interventi finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
La vicenda risale al marzo 2021, quando il MIUR ha approvato un avviso pubblico per le richieste di contributo inerenti alcuni progetti di messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di edifici scolastici comunali destinati ad asili nido e scuole dell’infanzia.
Nonostante le due scuole si siano iscritte regolarmente con progetti per bonificare e demolire un edificio e realizzare un nuovo polo dell’infanzia, inserendoli nel PNRR, nell’ottobre 2022 il punteggio iniziale di 67 è stato inspiegabilmente abbassato a 47.
Rivoltosi al TAR, il MIM ha spiegato che i punti utili per la realizzazione sono stati tolti perché il bacino d’utenza è stato considerato non come il numero di bambini da 3 a 6 anni residenti nell’area, ma come il numero di bambini che avrebbero frequentato l’istituto.
Consiglio di Stato: decisione arbitraria del Ministero: quali saranno adesso le conseguenze per il MiM?
Dopo una sentenza favorevole al MIM, la decisione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Comune, ritenendo la decisione del ministero “arbitraria”. I tecnici non avrebbero considerato che la carenza procedurale non era addebitabile al Comune, ma alla mancanza di una programmazione generale a monte, di cui il MIM era in parte responsabile.
Le conseguenze? Se i punti verranno restituiti ai progetti e la graduatoria iniziale sarà ripristinata, ma i fondi non saranno disponibili, il Ministro dovrà risarcire una somma uguale al valore del finanziamento che sarebbe spettato alla parte appellante, ovvero circa 6 milioni di euro.
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