Sui social sembra dominare l’idea del genitore ‘perfetto’: quel genitore che non sbaglia mai, che dispensa sempre consigli saggi e che presenta un ideale di vita perfetta, ben lontano dalla realtà. Questo crea una pressione significativa, alimentando aspettative irrealistiche su cosa significhi davvero essere un buon genitore.
Si dovrebbe normalizzare, tra genitori, mamme ed educatori, l’idea che la famiglia non è come quella pubblicizzata negli spot della ‘Mulino Bianco’. La casa non è sempre in ordine, a volte si dimenticano delle cose, e un bambino che fa i capricci, si arrabbia o urla di gioia è assolutamente normale. Queste emozioni, che i bambini non sanno ancora gestire, devono essere contenute e accompagnate dall’adulto di riferimento.
La società odierna, così frenetica e consumistica, spesso fa perdere di vista ciò che è davvero importante: il benessere del bambino. Rousseau parlava di puerocentrismo, il mettere il bambino al centro del sistema educativo, riconoscendone spontaneità, libertà e autonomia. È fondamentale riscoprire questo principio, ponendo di nuovo il bambino e il suo sviluppo al centro dell’attenzione.
Se ogni adulto si sforzasse di comprendere e mettersi nei panni dei genitori, molte critiche non costruttive potrebbero essere evitate. Spesso ci si concentra solo sulla nascita del bambino, ma chi si preoccupa realmente del benessere della madre che lo ha messo al mondo? Il suo benessere psico-fisico viene spesso dato per scontato.
È fondamentale creare una rete di supporto affinché le madri non si sentano mai sole. Questa rete dovrebbe iniziare dal nucleo familiare, comprendendo il padre del bambino e i nonni, per poi allargarsi agli amici. Sentirsi supportate non è un dettaglio banale, ma rappresenta un’ancora di salvezza essenziale per il benessere delle madri.
In questo contesto, la figura del padre è altrettanto importante. Il padre dovrebbe essere visto come un alleato nel legame tra madre e bambino. Sebbene il legame della madre con il figlio sia diverso, in quanto il bambino è cresciuto per nove mesi nel suo grembo, il ruolo del padre è altrettanto fondamentale, sebbene in modo diverso. Si parla quindi di cogenitorialità o genitorialità condivisa, dove entrambi i genitori hanno un ruolo cruciale nell’educazione del figlio.
I nidi rappresentano luoghi dove il bambino cresce, esplora e impara a relazionarsi con i coetanei. Tuttavia, anche i genitori intraprendono un percorso di crescita nel loro ruolo. L’educatore del nido, opportunamente formato, deve aiutare i genitori a sviluppare fiducia e sicurezza nel proprio bambino, sostenendoli nel loro percorso.
Un attaccamento sicuro è fondamentale per consentire al bambino di esplorare il mondo con fiducia. Sapere che il genitore sarà sempre lì, pronto a offrire una mano, permette al bambino di sentirsi sicuro e sereno nel suo cammino di crescita.