Insomma, secondo Giannelli, non ci sarebbero i tempi necessari per espletare tutto così come previsto nell’Ordinanza per quanto attiene alle procedure previste e necessarie per effettuare gli esami di terza media.
Se ci si dovesse attenere a quella ordinanza – spiega Giannelli – bisognerebbe interrompere anticipatamente (di almeno due settimane) la didattica a distanza tutt’ora in corso. La critica dell’ANP fa ancora più scalpore, quasi come una gran cassa, se si pensa che da parte di questa organizzazione non era mai arrivata nessuna critica a questo esecutivo, anzi l’atteggiamento di collaborazione sembrava regnare incontrastato sin da principio.
Eppure, per arrivare a sbottare un uomo così pacato come Giannelli, evidentemente qualcosa è andato davvero storto. Calcolatrice alla mano, lo stesso Presidente ANP inizia a fare un esempio concreto di come risulterebbe impensabile che quelle procedure previste in quella bozza ministeriale potessero effettivamente concretizzarsi. A tal proposito dichiara: “Sei classi terze di 25 alunni richiedono, per una simile attività, almeno 13 giorni, “compresi i sabati”.
Tutto questo – prosegue Giannelli – avrebbe luogo mentre si sta svolgendo ancora la Didattica a distanza per tutte le classi e, dunque, il faticoso percorso per la tesina d’esame – l’elaborato concordato, appunto – potrebbe costruirsi solo nei pomeriggi liberi dei docenti”. Insomma, per ANP tutta la procedura rischierebbe di svolgersi in un fazzoletto di tempo estremamente breve, con uno conseguente stress da parte degli stessi Presidi e dei docenti.
L’argomentazione, se vogliamo essere sinceri, ha sin qui delle basi valide e concrete. Giannelli poi sposta le sue considerazioni su un altro aspetto altrettanto allarmante, ovvero “la grande aleatorietà della valutazione finale, con la possibilità dell’esplosione del contenzioso, dato che i genitori sono (giustamente) molto attenti al voto di diploma”. Con questi tempi molto ‘costipati’ tutto il corpo docente non svolgerebbe con armonia e tranquillità questa delicata fase che si concretizza appunto nella scelta unanime e condivisa dei criteri di valutazione, alla luce anche dell’introduzione improvvisa della didattica a distanza.
Infine, Giannelli scocca l’ultima freccia. Lo fa riferendosi alle scelte poco sensate rispetto alla decisione relativa alle promozioni di tutti gli alunni, anche quelli con insufficienze direttamente ai cicli successivi. Non solo, ma va oltre e si pone dei problemi rispetto a quello che succederà a settembre, quando si rientrerà a scuola. Giannelli prova ad immaginare uno scenario futuro, ovvero quello del lavoro che dovranno affrontare i ‘nuovi’ docenti, quando a settembre si troveranno a dettagliare i piani di apprendimento individualizzati degli alunni (quelli promossi alla classe successiva con tante insufficienze).
A tal proposito dichiara: “Questa disposizione può creare molta confusione, data la diversa provenienza degli alunni – anche da scuole diverse – e la conseguente diversa calibratura dei piani di apprendimento”. Secondo il Presidente Giannelli occorrerebbe invece predisporre un test di inizio anno, realizzato dall’istituto in cui si inizia il nuovo percorso”, un po’ come avviene oggi “con le matricole universitarie”.