Fautore di questa opinabile decisione è la maggioranza politica di governo attualmente in carica. I continui benefit elargiti ai Dirigenti Scolastici stanno divenendo ogni giorno sempre maggiori. Il caso degli aumenti dei loro emolumenti derivanti dal loro rinnovo contrattuale ha già sollevato nelle settimane scorse diverse polemiche. Tuttavia, qualcuno ha visto in quell’aumento stipendiale il bicchiere mezzo peno e qualcuno lo ha visto mezzo vuoto. Gli ottimisti si sono convinti che questo cambio di rotta potesse anche concretizzarsi per gli aumenti degli stipendi degli insegnanti e per il personale ATA. Qualcun altro invece è convinto che ‘ingraziarsi’ i capi d’istituto con l’aumento dei loro stipendi potesse servire da deterrente per ‘tenere’ l’ordine a scuola tra i subalterni.
Dopo questa clamorosa notizia, passata in sordina in prima istanza, a quanto pare le speranze dei più ottimisti andranno a farsi benedire. Il dato di fatto è assolutamente grave oltre che iniquo nei confronti di chi, in maniera paritetica, svolge le stesse funzioni durante tutte le fasi e le procedure che costituiscono l’esame conclusivo del I ciclo d’Istruzione. Questo impegno vede il coinvolgimento di tutti gli insegnanti, fino agli ultimi giorni che precedono il mese di luglio. Cosa ancor più strana sta nel fatto che i compensi vengano elargiti solo a chi presiede le sottocommissioni, ma che di fatto coincide con la stessa ‘persona’ che dirige tutto l’anno il medesimo Istituto scolastico in cui si svolge l’esame conclusivo.
Secondo le opinioni di chi ha scritto questa norma, dietro tale decisione c’è una ragione imperante: “la misura punta a coprire il gap che esiste con i presidenti di commissione della secondaria di II grado che percepiscono un indennizzo”.