Fornero attacca anche i nuovi vincoli per l’accesso alla pensione anticipata, come l’aumento della soglia minima da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale, che potrebbe salire a 3,2 volte entro il 2030. Questo innalzamento, che corrisponde a un importo minimo di 1.710 euro, viene giudicato dall’ex ministra come un ulteriore ostacolo per chi ha retribuzioni basse o precarie.
Inoltre, critica l’assenza di politiche che migliorino i salari e promuovano una previdenza integrativa accessibile, evidenziando come i contratti intermittenti e gli stipendi attuali rendano questa opzione impraticabile per molti giovani.
Secondo Fornero, il governo dimostra “scarse competenze previdenziali” e compie scelte basate più su interventismo politico che su reale efficacia. La rigidità crescente e la difficoltà di accesso riducono l’equità del sistema e non aumentano la flessibilità promessa.
Per l’ex ministra, si tratta solo di una manovra simbolica per colpire la sua riforma, senza migliorare le condizioni di lavoratori e pensionati. Conclude sottolineando la necessità di interventi concreti e sostenibili per garantire un futuro previdenziale più giusto.