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Docenti sfruttati: il caso degli stipendi mancati a Termini Imerese

Scandalo a Termini Imerese: docenti sfruttati senza stipendio in scuole paritarie. La Cassazione esclude il caporalato. Indagini ancora in corso.

Supplenze docenti

L’inizio della carriera per molti docenti è spesso caratterizzato da sfide complesse, tra cui la ricerca di servizio utile per accumulare punti nelle graduatorie. A Termini Imerese, alcuni supplenti hanno accettato incarichi in istituti scolastici paritari senza ricevere lo stipendio dovuto.

Secondo le indagini, la dirigente scolastica responsabile di queste scuole avrebbe accumulato un “tesoretto” sfruttando il lavoro non retribuito di insegnanti e personale Ata. Gli inquirenti hanno ipotizzato che i lavoratori fossero costretti a restituire le retribuzioni formalmente percepite o, in alcuni casi, a prestare servizio gratuitamente.

Indagini e sequestro di beni

La Procura di Termini Imerese ha stimato un danno di circa un milione di euro, ottenendo il sequestro di conti bancari e immobili legati alla cooperativa che gestisce gli istituti paritari. Per garantire il proseguimento delle attività scolastiche e tutelare gli studenti, il tribunale ha nominato un commissario giudiziale. Questa misura mira a ripristinare il rispetto dei diritti dei lavoratori e a correggere le irregolarità accertate.

Cassazione: il caporalato non si applica al lavoro intellettuale dei docenti

La Corte di Cassazione ha escluso l’applicabilità della norma sul caporalato al caso in questione. I giudici hanno sottolineato che tale norma si riferisce esclusivamente al reclutamento di manodopera, generalmente legata a lavori manuali o non qualificati.

Il lavoro intellettuale, esercitato sia in forma subordinata che come libera professione, non può essere assimilato alla categoria generica della manodopera. Di conseguenza, la Cassazione ha annullato l’arresto della dirigente scolastica, dichiarando che “il fatto non sussiste”.

Riesame delle accuse di estorsione

La Cassazione ha annullato anche l’ordinanza relativa all’accusa di estorsione aggravata nei confronti dei lavoratori, rinviando il caso al Riesame per una rivalutazione. Questa decisione lascia aperta la possibilità di ulteriori sviluppi giudiziari, con l’obiettivo di chiarire eventuali responsabilità penali legate al comportamento dei dirigenti scolastici.

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