Se è possibile vorremmo esprimere il nostro pensiero su queste dichiarazioni, in maniera molto semplice e pacifica.
Ci piacerebbe capire quali danni può provocare questa soluzione pensata dal Governo. Ricordiamo la fondamentale importanza dell’esperienza tanto è vero che lo stesso TFA prevede appunto una parte teorica e una parte pratica di tirocinio nelle scuole. Cosa che già ha fatto chi ha anni di servizio sul sostegno. Sarà forse pensando a questo che il Governo è arrivato alla decisione di delineare un percorso di 30 CFU? Forse il tirocinio nelle scuole è stato già effettuato per chi ha servizio pluriennale nelle scuole.
Noi quindi chiediamo al Ministro di mandare avanti questa iniziativa.
Le disparità tra docenti non crediamo possano essere create da un percorso che non fa altro che dare una stabilizzazione, almeno in termini di specializzazione, a chi già ha l’esperienza o ha conseguito un Titolo estero ed attende ancora il riconoscimento.
Per quanto riguarda la risposta adeguata per gli studenti con disabilità crediamo che non si possa generalizzare in questo modo. Ci sono infatti moltissimi studenti che sono stati e sono seguiti con abilità, competenza, conoscenze e passione dai loro insegnanti “non specializzati”. Forse sarebbe un’idea entrare nelle scuole e vedere davvero cosa succede. A partire dalla scuola dove insegno io.
I nostri studenti ci apprezzano per le persone che siamo. Specializzati e non specializzati. Il cuore, la passione, l’empatia e la capacità di inclusione non è insegnata dalla teoria. I nostri colleghi ci stimano. Venite a vedere. Abbiamo già diffuso l’invito.
Rispetto poi la dichiarazione che i corsi sono troppo semplificati, ci domandiamo come si possa dire ciò!
Mancano i decreti attuativi che specificheranno esattamente la durata, i contenuti e le caratteristiche dei percorsi. Come si può quindi affermare che sono troppo semplificati?
Non crediamo e non vogliamo credere in alcun modo che il Ministero non voglia provvedere a predisporre corsi che rispondano significativamente all’esigenza di formare in modo corretto e completo i docenti che si iscriveranno. Riteniamo invece che sia superficiale e grave sostenere che il Governo possa solo anche lontanamente non avere a cuore il futuro dei nostri alunni.
Noi abbiamo profonda fiducia nell’operato del Ministro e del Governo.
In ultimo. Sostenere che i corsi INDIRE saranno una mercificazione della formazione è altresì abbastanza grave.
Anche noi ovviamente vogliamo che smetta la mercificazione della formazione alla quale abbiamo invece assistito in tutti questi anni in cui letteralmente da ogni angolo irrompono corsi di preparazione per le prove d’accesso al TFA, offerti dietro compenso, dalle moltissime figure che ruotano intorno al mondo scuola. Speriamo invece che con INDIRE si assista alla fine di tutto questo.
I nuovi percorsi Indire prevedono un carico formativo di soli 30 crediti formativi universitari (CFU), significativamente inferiore rispetto ai 60 CFU richiesti dal tradizionale TFA universitario.
Ed è proprio anche questa evidente differenza ad alimentare il dissenso tra i docenti già specializzati con il TFA, con questi ultimi che considerano il percorso universitario più complesso ma necessario per garantire una preparazione completa ed efficace.
Chiudiamo quindi con un semplice e significativo elenco dei CFU che compongono il TFA “normale”. L’articolazione è la seguente:-insegnamenti teorici per complessivi 36 CFU;-laboratori per complessivi 9 CFU;-attività di tirocinio per complessivi 12 CFU;-prova finale per complessivi 3 CFU.
Considerando che molti di noi hanno ben più di tre anni di esperienza a scuola, si può pensare che attività come i laboratori (9 CFU), il tirocinio (12 CFU) e le prove finali (3 CFU) (innumerevoli e quotidiane per chi è davvero in classe), possano ritenersi più che affrontate e superate negli anni di lavoro.
Cosa dire invece delle Università che non riconoscono nemmeno CFU che loro stesse hanno dato dopo aver sostenuto materie inerenti gli stessi SSD conseguiti in precedenza in percorsi accademici? Cosa dire invece di chi un titolo di specializzazione ce l’ha già solo che è stato conseguito in Europa? Appunto in EUROPA. Questi docenti hanno semplicemente esercitato il diritto di formarsi nella comunità europea esattamente come si fa per i dottorati all’estero o per le lauree acquisite in altri paesi europei.
Concludiamo ringraziando chi ci sta permettendo di esprimerci in questo grande dibattito o polemica come si preferisce chiamarla sui giornali. La Legge è stata emanata. Forse sarebbe il caso di pensare alla sua attuazione il prima possibile per placare gli animi e dare finalmente ai docenti il loro riconoscimento e soprattutto studenti che ogni giorno frequentano la scuola con il sostegno di “persone” che fanno di tutto per vederli sereni e fiduciosi.