Inoltre, il decreto prevede la possibilità di conferma del docente di sostegno precario per più anni scolastici, bypassando le graduatorie. Secondo la FLC CGIL, “questa misura, in nome della continuità didattica, sdogana la chiamata diretta e perpetua la precarietà del sistema”.
Il decreto annuncia anche interventi di potenziamento dell’insegnamento L2 per gli alunni non italofoni attraverso una formazione linguistica extracurricolare, che la FLC CGIL critica come un approccio alla separatezza. “L’integrazione si fa nelle classi e non fuori di esse, in un progetto interculturale complessivo di cui l’apprendimento della lingua è solo una parte”.
Un aspetto positivo, secondo la FLC CGIL, è rappresentato dalla norma che evita il licenziamento dei docenti che, in ruolo dopo aver superato le prove suppletive di un concorso, avevano visto annullare la validità della procedura a seguito di un pronunciamento giudiziario. La norma inserita nel decreto salverà questi insegnanti.
Tuttavia, la FLC CGIL conclude che “per il resto, si tratta di provvedimenti demagogici e dannosi, che non rispondono alle esigenze delle scuole. Non aumentano gli organici, non migliorano gli ambienti e i servizi di supporto al diritto allo studio, e non valorizzano la progettazione autonoma per arricchire l’offerta formativa ordinaria”.