Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa FIRST a proposito della recente sentenza del Consiglio di Stato sulla disabilità a scuola. La decisione (discutibile) del CdS limita il diritto allo studio in luogo delle esigenze di bilancio delle Istituzioni scolastiche. Ecco le osservazioni della Federazione Italiana Rete Sostegno e Tutela Diritti delle persone con disabilità sulla delicata questione.
Disabilità a scuola e nei luoghi di lavoro: le proposte della FIRST per rimediare agli effetti della sentenza del Consiglio di Stato n. 7089/2024 al fine di evitare che in futuro errori così clamorosi non accadano mai più.
La sentenza della terza sezione del Consiglio di Stato, piombata in pieno mese di Agosto, è stata una decisione per molti aspetti “sorprendente e destabilizzante”, in quanto ha letteralmente gettato nel panico, alunni, famiglie, associazioni di famiglie, lavoratrici e lavoratori del comparto.
In questi giorni, si sono succeduti diversi interventi tutti tesi a comprovare la gravità di tale decisione e cercare di darne una spiegazione.
Lo faremo anche noi, cercando di dare tuttavia una spiegazione che parta dai molteplici punti oscuri che si celano dietro la decisione del TAR Emilia Romagna e del Consiglio di Stato.
Perché un punto decisivo è quello di stabilire come è stato possibile che dei giudici amministrativi abbiano omesso una serie di fatti e atti, che sono serviti ad uso e consumo della decisione adottata?
Con questo lavoro questa Federazione intende offrire un ulteriore spunto di riflessione finalizzato alla formulazione di proposte che mirano a risolvere alla radice per il futuro definitivamente il problema.
Si allega una disamina completa e approfondita relativamente ai tanti “ errori e alle le tante omissioni” contenute nella decisione del TAR, riprodotte anche dalla terza sezione del Consiglio di Stato e le nostre proposte.
Le proposte e le soluzioni della FIRST per uscire da questa indecorosa situazione
- Premesso che la norma sulle risorse disponibili è stata voluta e mantenuta da altre compagini governative e non è quindi addebitabile a questo Governo;
- Premesso, tuttavia, che abbiamo osservato l’interesse anche del Ministro per la disabilità, il quale, tuttavia, sembra proporre soluzioni non percorribili e persino rischiose ( quali la pronuncia dell’adunanza Plenaria del Consiglio di Stato);
- Premesso che tale situazione ha gettato nello sconforto e nella preoccupazione migliaia di alunni, famiglie, lavoratrici e lavoratori;
Premesso quanto sopra
Si chiede
- Al Ministro per l’istruzione e merito, di farsi promotore di un atto normativo di natura governativa che modifichi il DLGS 66 del 2017, in particolare modificando l’art. 3, comma 5 e 5 bis del DLgs 66/2017, espungendo da queste norme “ il limite delle risorse disponibili”, riportando la norma alla sua coerenza originaria prevista dall’art. 1, comma 181, lettera c) l. 2015 n. 107 e all’art. 13. Comma 3 legge 104/1992;
- Al Ministro per la Giustizia di farsi promotore di un atto normativo di natura governativa che concentri ed unifichi tutte le controversie che riguardano i diritti soggettivi delle persone con disabilità, sia minorenni, sia maggiorenni, che vengono in rilievo in ogni fase procedimentale, sia nei confronti della PA, sia dei privati, davanti alla Giurisdizione esclusiva del Tribunale Ordinario, estendendo ad ogni controversia siffatta le norme ed i rimedi previsti di cui alla legge 2006 n. 67 “ Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazione”.
Tale misura avrebbe il pregio di: a) unificare davanti ad unico Giudice, quello naturale dei diritti soggettivi, delle persone minori di età, della famiglia, dei soggetti fragili e, soprattutto, di prossimità, tutte le controversie attinenti i diritti delle persone con disabilità; b) Garantire alle persone con disabilità una maggiore ed effettiva tutela legata anche al terzo grado di giudizio e al principio di soccombenza; c) Garantire la cessazione delle diatribe e delle incertezze, oggi esistenti, in relazione alle continue dispute e rimpalli sulla giurisdizione tra Giudice Ordinario e quello amministrativo, che danneggiano in modo grave le persone con disabilità e le famiglie;
- Al Ministro per l’ Istruzione e merito, per quanto di sua competenza; al Ministro per la Disabilità, per quanto di sua competenza; a tutti i senatori delle Commissioni 7° e 11° del Senato; all’ ANCI; alla Conferenza delle Regioni, di sostenere, dare impulso e sostegno, al fine di trovare le risorse per far sì che il DDL 236/2022, che prevede l’internalizzazione e la stabilizzazione degli assistenti all’autonomia e comunicazione nell’ organico del MIM, sia approvato nel più breve tempo possibile, perché quello che è accaduto con la sentenza del TAR Bologna e del Consiglio di Stato, non rappresenta altro che il frutto avvelenato di una competenza professionale essenziale per gli alunni con disabilità, che anziché trovarsi nella casa naturale (il MIM) si trova nella gestione di Enti territoriali, molti di loro in condizioni disastrose, ma non certo per colpa o per le spese necessarie sostenute per il servizio di assistenza all’autonomia e comunicazione.
Le dette proposte, a differenza dei meri auspici, sono proposte che hanno un’unica caratteristica: sono ragionevoli e fattibili, in quanto dipendono esclusivamente dalla volontà politica, risolvono e rimuovono all’origine le cause sia sotto il profilo preventivo, sia sotto il profilo della tutela per alunni, famiglie, lavoratrici e lavoratori.
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