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Dirigenti Scolastici sul piede di guerra: troppe responsabilità, molti tornano a fare gli insegnanti

Molti Dirigenti Scolastici pensano di ritornare a fare gli insegnanti: crescono le loro responsabilità e diminuiscono i loro stipendi

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Molti Dirigenti Scolastici fanno marcia indietro e rinunciano al loro ruolo di capo d’istituto, preferendo nettamente quello di insegnante. L’ultima tegola caduta loro addosso riguarda la decurtazione dei loro stipendi. Un taglio che può arrivare, in alcune Regioni d’Italia, alla sbalorditiva cifra di 1.700 euro annui in meno.

Dirigenti Scolastici, clamoroso dietro front di molti presidi: “aumentano le responsabilità ma diminuiscono gli stipendi”

Da un lato l’eccessivo carico di responsabilità e dall’altro la clamorosa notizia del taglio dei loro stipendi stanno determinando molteplici defezioni.

La strana scalata al ribasso è stata in queste ore segnalata dalla segretaria nazionale della CISL Scuola, Paola Serafin. La stessa Serafin esperta del mondo che gravita attorno ai Presidi parla di un vero e proprio allarme, e lo fa attraverso una sua intervista rilasciata al Messaggero.

Questa tendenza in forte crescita si sta manifestando soprattutto in questi mesi difficili di emergenza Covid-19, proprio perché, come si sa, tutto gravita intorno al profilo professionale del Dirigente Scolastico. La Serafin precisa che il ruolo di Capo d’Istituto è senza dubbio una professione bellissima, tuttavia si deve fare i conti con le innumerevoli responsabilità che ogni anno aumentano e molte di queste investono l’ambito civile oltre che penale.

Una grande incertezza che attanaglia molti (se non tutti) i Dirigenti Scolastici delle oltre 8.200 scuole del Paese riguarda senza dubbio le criticità relative al rientro a scuola a settembre. “Come può garantire un Preside la sicurezza di un teatro o di un cinema, per portare lì i ragazzi? Oppure pensiamo a quelle scuole in cui c’è un solo bidello per 120 alunni, vale a dire 4 classi: è una condizione standard, non straordinaria, ora come si farà a controllare gli spostamenti?”, queste in breve le maggiori perplessità che lasciano pochi spiragli per una risposta precisa e secca.

Alcuni Presidi sono abbastanza stressati per il lockdown appena trascorso (loro hanno continuato a lavorare spesso a scuola) e a questo stato d’animo bisogna aggiungere poi anche la preoccupazioni per tutto quello che li attende sia nel mese di luglio e persino ad agosto, proprio in vista della predisposizione di tutte le misure necessarie al rispetto di quanto previsto nelle linee guida del Piano Scuola 2020/21.

Sui numeri dei Dirigenti Scolastici che hanno già fatto marcia indietro e che hanno intenzione di farlo la sindacalista non fornisce un dato preciso. Bisognerebbe capire innanzi tutto se questa tendenza sia dovuta o meno dalle condizioni di sicurezza dell’emergenza Covid-19 oppure dipende da altro.

Drastico taglio del FUN, il fondo che eroga un’aliquota della retribuzione dei Dirigenti Scolastici: oltre al danno anche la beffa…

In ogni caso, diventa preminente sulle loro defezioni anche un altro dato che per la Serafin rappresenta un vero e proprio paradosso, ovvero il taglio sostanzioso dei loro stipendi. Proprio di questi giorni la notizia che ha fatto scattare parecchia rabbia tra i Presidi. In alcune Regioni d’Italia il decurtamento dei loro stipendi potrebbe arrivare a superare anche l’importo di 1.700 euro all’anno.

La beffa poi, e qui si arriva al paradosso, sta nel fatto che il decurtamento avverrà sugli emolumenti già percepiti. In buona sostanza queste cifre dovranno essere restituire sotto forma di trattenute stipendiali.

Dopo questa clamorosa notizia sono iniziate subito le plateali proteste dei rappresentanti sindacali di categoria, i quali sottolineano a ragione di verità un disallineamento tra l’aumento delle responsabilità dei Dirigenti Scolastici con la paradossale diminuzione dei loro stipendi.

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