Una grande incertezza che attanaglia molti (se non tutti) i Dirigenti Scolastici delle oltre 8.200 scuole del Paese riguarda senza dubbio le criticità relative al rientro a scuola a settembre. “Come può garantire un Preside la sicurezza di un teatro o di un cinema, per portare lì i ragazzi? Oppure pensiamo a quelle scuole in cui c’è un solo bidello per 120 alunni, vale a dire 4 classi: è una condizione standard, non straordinaria, ora come si farà a controllare gli spostamenti?”, queste in breve le maggiori perplessità che lasciano pochi spiragli per una risposta precisa e secca.
Alcuni Presidi sono abbastanza stressati per il lockdown appena trascorso (loro hanno continuato a lavorare spesso a scuola) e a questo stato d’animo bisogna aggiungere poi anche la preoccupazioni per tutto quello che li attende sia nel mese di luglio e persino ad agosto, proprio in vista della predisposizione di tutte le misure necessarie al rispetto di quanto previsto nelle linee guida del Piano Scuola 2020/21.
Sui numeri dei Dirigenti Scolastici che hanno già fatto marcia indietro e che hanno intenzione di farlo la sindacalista non fornisce un dato preciso. Bisognerebbe capire innanzi tutto se questa tendenza sia dovuta o meno dalle condizioni di sicurezza dell’emergenza Covid-19 oppure dipende da altro.
In ogni caso, diventa preminente sulle loro defezioni anche un altro dato che per la Serafin rappresenta un vero e proprio paradosso, ovvero il taglio sostanzioso dei loro stipendi. Proprio di questi giorni la notizia che ha fatto scattare parecchia rabbia tra i Presidi. In alcune Regioni d’Italia il decurtamento dei loro stipendi potrebbe arrivare a superare anche l’importo di 1.700 euro all’anno.
La beffa poi, e qui si arriva al paradosso, sta nel fatto che il decurtamento avverrà sugli emolumenti già percepiti. In buona sostanza queste cifre dovranno essere restituire sotto forma di trattenute stipendiali.
Dopo questa clamorosa notizia sono iniziate subito le plateali proteste dei rappresentanti sindacali di categoria, i quali sottolineano a ragione di verità un disallineamento tra l’aumento delle responsabilità dei Dirigenti Scolastici con la paradossale diminuzione dei loro stipendi.