“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, questa frase pare essere stata la fonte di ispirazione della classe politica che ci governa: questo è quello che pensano i tanti insegnanti delusi dal teatrino messo in scena pochi giorni fa nelle aule parlamentari.
Si pensava, infatti, che la politica vincente avrebbe prima o poi contraccambiato i consensi elettorali ricevuti, con una soluzione (o risoluzione) definitiva della vertenza dei Diplomati Magistrali. Invece, quella stessa politica ‘farlocca’ ha deciso, convinti di fare il giusto, di adeguarsi alle decisioni giudiziarie, dando scarsa importanza e peso alla propria autonomia e autorevolezza politica.
Politica è anche questo. Dare potere o toglierlo a seconda delle opportunità. Senza nessun tipo di intervento per eliminare l’emendamento salva precari, le maestre e i maestri con Diploma Magistrale avrebbero non il potere ma l’opportunità di essere assunti a tempo indeterminato nei ruolo dello Stato. In maniera graduale e rispettando la continuità didattica, attraverso le graduatorie ad esaurimento.
Si parla di un esercito di insegnanti: circa 100.000 unità in tutta Italia. Quei posti, ogni anno risultano vacanti e assegnati ai supplenti che, guarda caso, non sono neanche oro abilitati. Ma, cosa cambia allora? Tra questi uomini e queste donne ci sono tanti formatori che risultano appartenere al mondo del precariato (quasi con affezione) da oltre 15 anni e questo fatto risulta discriminante solamente per lo Stato. Nessun diritto insomma per il lavoratore, il quale, viceversa ha ricoperto ugualmente per tanti anni e con stacanovismo un ruolo così delicato come quello dell’educatore al ‘soldo‘ dello Stato, senza ricevere nulla in cambio, anzi…..
Eppure, in barba alle promesse e ai silenzi di finto consenso, il Decreto Dignità licenzierà a breve 50.000 insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria, l’isolamento di ulteriori 100.000 docenti abilitati e introdurrà il preannunciato “Concorsone” che riguarderà solamente 12.000 posti utili per i ruoli statali a fronte di molti più posti realmente occorrenti.
Concludiamo questo articolo con una frase che riesce a chiarire con efficacia la sensazione di delusione e malcontento che stanno vivendo parecchi precari storici: “La facoltà di ingannare se stesso, questo è il requisito essenziale per chi voglia guidare gli altri.” (Giuseppe Tomasi Di Lampedusa)