Le conseguenze previste includono:
Il provvedimento colpisce in modo particolare le zone interne e periferiche, già caratterizzate da una carenza cronica di servizi essenziali. La perdita di autonomie scolastiche in queste aree rischia di ampliare il divario educativo, penalizzando ulteriormente le comunità più fragili. Questa situazione, secondo la FLC CGIL, va contro i principi di inclusione ed equità che dovrebbero guidare le politiche educative.
La FLC CGIL Sicilia ha avanzato una richiesta chiara: il ritiro immediato del piano di dimensionamento e l’avvio di un confronto con il Ministero dell’Istruzione e le istituzioni regionali. “L’istruzione è un diritto fondamentale, non una semplice voce di bilancio da tagliare. Non possiamo risparmiare sul futuro delle nuove generazioni”, ha concluso Adriano Rizza.
Questa vicenda solleva interrogativi più ampi sul ruolo delle istituzioni nell’assicurare un sistema educativo equo e inclusivo. I prossimi passi saranno cruciali per determinare se le proteste troveranno ascolto e porteranno a una revisione del piano.