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Dimensionamento scolastico in Molise: l’ennesimo taglio alla scuola, pronte le mobilitazioni fino al 14/01

Previste una serie di proteste contro il Piano di dimensionamento scolastico, che culmineranno giorno 14 in vista della discussione in Consiglio Regonale

Dimensionamento Scolastico

La vicenda del dimensionamento scolastico in Molise sta giungendo a una fase cruciale, con la discussione prevista in Consiglio regionale martedì 14 gennaio. Tuttavia, nonostante le promesse e le rassicurazioni, il rischio concreto è quello di un nuovo taglio, che prevede la soppressione e l’accorpamento di sei istituzioni scolastiche. Una scelta che solleva forti critiche per le sue implicazioni sulla qualità dell’offerta formativa e per l’assenza di dialogo con le parti coinvolte.

Una decisione imposta senza concertazione

La delibera regionale n.605 del 27 dicembre 2024 prevede di seguire integralmente il parere tecnico dell’Ufficio Scolastico Regionale, decretando la chiusura di istituti nelle province di Campobasso e Isernia. Tuttavia, il provvedimento è stato adottato senza il coinvolgimento delle comunità scolastiche e delle parti sociali, come le organizzazioni sindacali (OO.SS.) e l’ANCI.

Le critiche non si sono fatte attendere: nel corso delle conferenze provinciali, sindacati, sindaci e rappresentanti locali hanno espresso unanime dissenso verso questa politica dei tagli. Hanno inoltre richiesto alla Regione di difendere le peculiarità territoriali, come hanno fatto altre regioni italiane (tra cui Emilia Romagna e Toscana), opponendosi alle direttive nazionali. Nonostante ciò, il Molise sembra rassegnarsi, adottando passivamente una misura che rischia di compromettere ulteriormente il sistema scolastico locale.

Le conseguenze di un dimensionamento sbagliato

La riduzione delle istituzioni scolastiche avrà conseguenze dirette e significative. Si assisterà alla creazione di istituti sovradimensionati, con oltre 1.000 alunni in alcune aree come Termoli e Campobasso, o addirittura un omnicomprensivo con 1.300 studenti a Bojano. Questo modello, che risponde unicamente a logiche numeriche, ignora le difficoltà operative derivanti dalla distanza geografica tra i plessi scolastici accorpati e dalle relazioni complesse che le scuole dovranno mantenere con istituzioni e comunità locali.

Le ripercussioni si faranno sentire anche sugli organici di docenti e personale ATA, ridotti a fronte di un aumento delle responsabilità gestionali. A essere penalizzate saranno soprattutto le aree interne, già colpite dal calo demografico, con la soppressione di istituti comprensivi come quelli di Carovilli e Ripalimosani.

Mobilitazione per il diritto allo studio

Di fronte a questo scenario, sindacati e comunità locali non si arrendono. La FLC CGIL e altre sigle sindacali hanno già organizzato scioperi e manifestazioni per denunciare il rischio che i tagli compromettano il diritto allo studio in una regione che necessita di maggiori investimenti nell’istruzione. La mobilitazione culminerà nella partecipazione al Consiglio regionale del 14 gennaio, dove i rappresentanti delle comunità scolastiche manifesteranno il loro dissenso.

Per il Molise, questa battaglia non riguarda solo la salvaguardia delle istituzioni scolastiche, ma il futuro stesso della regione. La difesa di un sistema educativo accessibile e di qualità è fondamentale per contrastare lo spopolamento e garantire pari opportunità ai cittadini, anche nelle aree più svantaggiate. Investire nella conoscenza è una necessità, non una scelta opzionale.

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