Parallelamente, in base ai parametri individuati dal medesimo decreto, le Regioni provvedono in autonomia al dimensionamento della rete scolastica entro e non oltre il 30 novembre di ciascun anno. Detto ciò, entro la fine del 2023 verrà predisposto il dimensionamento, che farà sentire i suoi effetti negativi a partire dall’anno scolastico successivo 2024-2025.
Così come riportato da “La Tecnica della Scuola”, qualora la “concertazione tra MIM, MEF e Conferenza unificata non dovesse arrivare a trovare un punto di intesa entro il 30 giugno, il contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA viene calcolato sulla base di un coefficiente tra 900 e 1.000 alunni per scuola”. Nel calcolo per determinare il dimensionamento si terrà in debito conto anche di alcune deroghe relative alle sedi scolastiche montane o di quelle delle piccole isole. Secondo alcune previsioni, questo calcolo inerente il dimensionamento scolastico potrebbe, a partire dal 2024/2025, determinare un taglio netto di 700 unità, tra dirigenti scolastici e DSGA, in tutto il territorio italiano, ma concentrati specialmente nelle regioni del sud Italia.
La Tabella n.7 degli “Stati di previsione” della legge di bilancio 2023 prevede un capitolo di spesa, per il triennio 2023-2025, al ribasso con un taglio di spesa per l’Istruzione scolastica. Si passa dunque da una spesa complessiva per l’Istruzione scolastica di 52 miliardi e 114 milioni del 2023 ad una spesa di 47 miliardi e 997 milioni di euro del 2025, con un risparmio netto pari a 4 miliardi e 116 milioni. A fronte dei tagli alla scuola pubblica, il Governo ha deciso di foraggiare le casse delle scuole paritarie o non statali di 20 milioni di euro nel medesimo periodo temporale.