A fronte di questi provvedimenti, che certamente rappresentano solo una ‘cura palliativa’, le preoccupazioni della FLC CGIL si soffermano soprattutto sulla fonte delle risorse per finanziare questa operazione. Com’è del tutto evidente, infatti, si tratta di una deroga, ma come solitamente avviene oramai da molti anni, le economie verranno “grattate” sempre dallo stesso fondo a disposizione: il MOF.
Per comprendere meglio quali siano le risorse contenute all’interno del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, occorre fare chiarezza. Tale fondo è disciplinato dall’art. 40 del CCNL istruzione 2016/2018, al suo interno sono compresi i seguenti compensi:
a) il Fondo per l’Istituzione Scolastica (che risulta dunque oggi inglobato nel calderone generale del fondo MOF);
b) le risorse destinate ai compensi per le ore eccedenti del personale insegnante di educazione fisica nell’avviamento alla pratica sportiva;
c) le risorse destinate alle funzioni strumentali al piano dell’offerta formativa;
d) le risorse destinate agli incarichi specifici del personale ATA;
e) le risorse destinate alle misure incentivanti per progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo immigratorio e contro l’emarginazione scolastica;
f) le risorse destinate alle ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti;
g) le risorse indicate nell’articolo 1, comma 126, delle legge 13 luglio 2015, n. 107, oggi fondo di valorizzazione del personale scolastico;
h) le risorse per i turni notturni e per i festivi svolti dal personale ATA e del personale educativo presso i Convitti e gli Educandati.
Vediamo nel dettaglio il contenuto della nota stampa del sindacato FLC CGIL.
Roma, 29 dicembre – Nel decreto Milleproroghe il Governo fa un piccolo passo avanti: consentirà alle Regioni di derogare fino al 2,5% rispetto al numero delle scuole da tagliare, rivedendo entro il 5 gennaio 2024 anche i piani eventualmente già approvati.
Ma ciò solo per un anno – il 2024/2025 – e senza che su queste scuole possano verificarsi trasferimenti o assunzioni di dirigenti o di direttori dei servizi, perché verranno date a reggenza con possibilità di esonero o semiesonero per il “docente vicario”.
Una specie di retromarcia del Ministro frutto dell’iniziativa della FLC CGIL che, per oltre un anno, ha contrastato a livello nazionale e a livello territoriale il taglio di 800 scuole, e dei problemi che si stanno determinando nelle Regioni per l’attuazione pratica della norma.
Le risorse per finanziare l’operazione di deroga vengono “grattate”, come al solito, dal Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa, ormai diventato il pozzo da svuotare per ogni intervento estemporaneo che venga in mente agli amministratori del Ministero dell’Istruzione e dell’Economia.
La FLC CGIL continua a ribadire che la strada dei tagli lineari non è la strada giusta e che è necessario un radicale ripensamento del provvedimento. Infatti, le autonomie scolastiche che diventano scuole “alveari”, che inglobano molti indirizzi, che si compongono talora di decine di plessi anche assai distanti fra loro e con le infinite relazioni da tenere con le istituzioni locali, di fatto non sono più vere autonomie “scolastiche” vocate alla didattica, ma enti a prevalente funzione amministrativa.
Occorre tornare alla vera missione delle autonomie scolastiche per perseguire la quale la dimensione ottimale delle scuole non può superare i 900 alunni nelle situazioni ordinarie e i 500 nelle situazioni delle comunità montane e delle piccole isole.
La scuola ha bisogno di tranquillità e di normalità con misure utili a darle un orizzonte di livello europeo, non di interventi confusi ed estemporanei o di tagli lineari mascherati da interventi di efficientamento della rete scolastica.