venerdì, Settembre 6, 2024
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Didattica a distanza: atto d’accusa di una Preside calabrese nei confronti dei genitori ‘chioccia’

Durante la didattica a distanza i comportamenti sbagliati di alcuni genitori 'super protettivi' privano i loro figli della conquista dell’autonomia

Il ruolo ‘sbagliato’ di alcuni genitori nella didattica a distanza – Il solerte capo d’Istituto in questione è la Prof.ssa Anna Maria De Luca, nota Dirigente Scolastica romana passata agli onori della cronaca per essere stata la più giovane Preside del nostro Paese. Da qualche anno la Prof.ssa De Luca dirige l’IC di Fuscaldo, in provincia di Cosenza. La notizia clamorosa pone l’accento sulla diffida che formalmente è stata effettuata dalla stessa nei confronti di quei genitori i quali si occupano di svolgere i compiti in luogo dei figli.

Didattica a distanza, la DS De Luca: ‘Sbagliato aiutare i propri figli, togliete loro la possibilità di imparare, di sbagliare e di essere autonomi’

Secondo l’opinione della DS questo atteggiamento, oramai abbastanza consolidato, rappresenta un comportamento ‘altamente’ diseducativo sia per gli stessi discenti (perché di fatto sono quelli che non apprendono), ma anche per la morale comune. A tal proposito ella stessa richiama alcuni concetti relativi al mancato rispetto dell’istituzione scolastica oltre che del principio di legalità. Quest’ultimo aspetto paradossalmente rappresenta uno dei principali capisaldi nell’attività formativa ed educativa a cui gli insegnanti quotidianamente dedicano maggiore attenzione.

Senza giri di parole, la dirigente De Luca elenca nel dettaglio alcune criticità che sono emerse durante questo particolare periodo di emergenza attraverso la didattica a distanza. Ecco cosa dichiara durante un’intervista rilasciata al quotidiano Tuttoscuola: «La scuola ha messo in campo tutte le risorse possibili e immaginabili per aiutare gli studenti e le famiglie ad affrontare il periodo del coronavirus ma se dall’altra parte la risposta di alcuni genitori – non tutti, alcuni – è sostituirsi ai figli suggerendo loro le risposte nelle interrogazioni a distanza e addirittura facendo i compiti e i disegni al posto loro allora, la risposta della scuola non potrà essere che svuotare di significato quel voto anelato a tal  punto da togliere ai propri figli la possibilità di imparare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di essere autonomi». In due parole: “No ai genitori chioccia” e “Niente voti a chi si fa fare i compiti”.

La Prof.ssa De Luca, insomma, pone l’accento sul ruolo dei genitori durante la didattica a distanza. Sinora, questo aspetto è stato trascurato (ma risaputo) perché le attività in presenza hanno avuto una valenza superiore rispetto a quelle svolte a casa. Pe gli insegnanti l’osservazione diretta ha permesso con la massima oggettività di determinare una valutazione reale circa le capacità e le conoscenze di ogni alunno. Oggi, purtroppo non è così. Durante questi mesi, passati dinanzi ad uno schermo, gli interventi ‘migliorativi’ apportati direttamente dai genitori come per esempio nel caso degli elaborati grafici o durante le verifiche orali dei loro figli non hanno fatto che togliere a questi ultimi qualcosa di davvero importante: la comprensione delle loro capacità nell’ottica di una personale conquista dell’autonomia.

Sul momento si tratta di un aiuto (sommativo), ma nel tempo e nella fase di crescita cognitiva può diventare una perdita (sottrattiva) all’evoluzione positiva dei comportamenti dei ragazzi.

Il ruolo dei genitori nella didattica a distanza: un atto d’accusa pieno di verità

La Dirigente De Luca continua con cognizione di causa a fare delle ulteriori precisazioni: «Alcuni genitori pensano di aggiungere qualcosa sostituendosi ai figli. In realtà, in questo modo, tolgono loro qualcosa di veramente importante. Barare è una grave mancanza di rispetto nei confronti dei docenti ma soprattutto nei confronti dei propri figli». Come si evince da quest’ultima dichiarazione, quello che conta più di tutto è il rispetto verso la legalità. Il suo vissuto si intreccia positivamente e attivamente con il ruolo che ricopre all’interno della sua Istituzione Scolastica e contemporaneamente con l’Associazione Libera.

Si tratta di un monito rivolto a tutti i genitori italiani. I cattivi esempi, quelli partono proprio dalla famiglia – sottolinea la De Luca. Poi prosegue: «È un cattivo esempio e una scuola attenta alla legalità, ai diritti umani, come la presenza del Procuratore Gratteri ha dimostrato pochi giorni prima che iniziasse il periodo del Coronavirus, non può far finta di non vedere».

Non possiamo fare altro che apprezzare e complimentarci con la Dirigente Scolastica Prof.ssa Anna Maria De Luca per la sua schiettezza, per la sua limpida chiarezza espositiva, per la sua professionalità e per la sua coerenza di donna impegnata in prima persona nei confronti della legalità. Quella legalità che non si traduce in frasi fatte, in formalismi burocratici e nei ricchi discorsi dei ‘politicanti’ solo per riempire i loro pallottolieri, una politica sempre più cieca e sorda rispetto a quello che in effetti la scuola pubblica deve propugnare ogni giorno nei confronti dell’educazione delle nuove generazioni.

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