L’omessa dichiarazione dei redditi si verifica quando il contribuente non presenta la dichiarazione fiscale entro i termini previsti dalla legge. L’obbligo di dichiarazione vale per chi possiede redditi imponibili, con alcune eccezioni per specifiche categorie, come dipendenti e pensionati con un unico sostituto d’imposta e senza altre fonti di reddito.
Quando si verifica l’omissione
Secondo il DPR n. 322/98, una dichiarazione è considerata omessa se non viene presentata entro 90 giorni dalla scadenza stabilita (ad esempio, oltre il 29 gennaio dell’anno successivo per il modello Redditi Persone Fisiche). La dichiarazione si considera omessa anche se presentata con modelli non conformi o non sottoscritti. Per il 2024, la dichiarazione dei redditi con modello Redditi PF deve essere trasmessa entro il 31 ottobre.
Sanzioni per mancata dichiarazione
In caso di omessa dichiarazione, sono previste diverse sanzioni, con la possibilità di conseguenze penali:
- Amministrative: Se la dichiarazione è presentata dopo i 90 giorni ma l’imposta evasa è inferiore a 50.000 euro, si applicano sanzioni amministrative. La sanzione base è il 120% dell’imposta dovuta, con un minimo di 250 euro. In alcuni casi, la sanzione può essere ridotta del 75% se il contribuente presenta la dichiarazione spontaneamente prima di eventuali controlli.
- Penali: La mancata presentazione della dichiarazione diventa reato se l’imposta evasa supera i 50.000 euro. In questi casi, è prevista una pena detentiva da 2 a 5 anni.
Ravvedimento operoso
Per sanare l’omissione, il contribuente può ricorrere al ravvedimento operoso, che permette di regolarizzare la posizione pagando una sanzione ridotta e gli interessi legali. La misura della sanzione varia in base ai giorni di ritardo (ad esempio, entro 14 giorni si paga 1/15 della sanzione minima per ogni giorno di ritardo).
Prescrizione per il reato di omissione
Il reato si estingue per prescrizione dopo 8 anni dalla data di “consumazione” del reato (o 10 anni in caso di atti interruttivi).