martedì, 25 Marzo 2025
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Denatalità e crisi della scuola: 134mila studenti in meno a settembre

Denatalità e crisi della scuola: 134mila studenti in meno nel 2025/26, taglio di 5.667 cattedre e mismatch lavorativo in crescita. Urgenti soluzioni.

L’inverno demografico colpisce duramente il sistema scolastico italiano: la denatalità riduce la popolazione studentesca e porta al taglio di migliaia di cattedre. Le ripercussioni si estendono anche al mondo del lavoro, aggravando il problema del mismatch tra domanda e offerta di competenze. Recuperare i giovani Neet e attrarre talenti dall’estero diventa una necessità urgente.

La denatalità e il suo impatto sulla scuola

L’anno scolastico 2025/26 inizierà con 134mila studenti in meno rispetto all’anno precedente, riducendo il totale a poco meno di 6,8 milioni di alunni. Se il trend attuale non subirà variazioni, in otto-nove anni la popolazione scolastica scenderà sotto i 6 milioni. Questo calo drammatico, che equivale alla scomparsa di un’intera città, è il risultato diretto della crisi demografica in corso.

Taglio delle cattedre: 5.667 posti in meno

Le stime preliminari del governo e del ministero dell’Economia prevedono una riduzione di 5.667 cattedre per l’anno scolastico 2025/26, come previsto dall’ultima legge di bilancio. Il decreto interministeriale Mim-Mef conferma il taglio, suscitando l’opposizione dei sindacati. Tuttavia, vengono mantenuti i 50mila posti destinati al potenziamento, mentre 937 nuove cattedre saranno dedicate all’insegnamento dell’italiano per alunni stranieri. Inoltre, si prevedono 7.402 posti per la riduzione del numero di alunni per classe e un incremento di 1.866 docenti di sostegno per la scuola secondaria di secondo grado.

La denatalità: l’inverno demografico in numeri

Dal 2019 al 2024 le nascite sono scese da 431.007 a 380.630. La fascia d’età dei tre anni ha perso oltre 68mila bambini, mentre i sei anni sono calati di oltre 60mila unità. Il numero di tredicenni, per ora, tiene con una diminuzione di appena 418 studenti, mentre la popolazione di diciannovenni è in lieve aumento. Tuttavia, negli ultimi vent’anni l’Italia ha perso oltre 900mila giovani sotto i 19 anni.

Rapporto alunni/docenti e classi con meno di 10 studenti

La denatalità sta ridisegnando il sistema scolastico. Il rapporto alunni/docenti in Italia è tra i più bassi dell’OCSE: 11 studenti per docente nella primaria e secondaria di primo grado, e 10 nelle superiori, contro la media OCSE di 14 e 13. Le cosiddette “classi pollaio” con oltre 27 studenti sono appena il 1% del totale, mentre le classi con meno di 10 alunni sono sempre più frequenti nei piccoli centri.

Mismatch tra formazione e lavoro

La riduzione della popolazione studentesca ha impatti negativi anche sul mercato del lavoro. Il mismatch tra domanda e offerta di competenze colpisce un’assunzione su due, con punte del 60-70% nei settori scientifico-tecnologici. La principale causa è la mancanza di candidati, più che la loro inadeguata preparazione.

Recupero dei Neet e attrazione di talenti dall’estero

Secondo Riccardo Di Stefano di Confindustria, è cruciale intervenire subito per recuperare i giovani Neet e attrarre talenti stranieri, soprattutto con una formazione tecnica specializzata. Missioni internazionali, collaborazioni con le imprese e investimenti nell’istruzione possono mitigare gli effetti della crisi demografica e garantire un futuro più stabile al sistema economico italiano.

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