Un’altra possibile spiegazione riguarda problemi di distribuzione legati agli obblighi a cui devono attenersi i gestori degli app store, ovvero Apple e Google. Al momento, nessuna delle due aziende ha rilasciato commenti ufficiali sulla vicenda.
Prima della sua rimozione dai principali stor di app, DeepSeek era stata considerata da molti un potenziale concorrente di ChatGPT e di altri modelli di IA sviluppati dai giganti del settore tecnologico. La sua capacità di elaborare grandi quantità di dati, l’interfaccia intuitiva e la natura open source del progetto avevano attirato l’attenzione di molti utenti e sviluppatori.
La possibilità di accedere al codice sorgente e di modificarlo offriva infatti agli sviluppatori la libertà di personalizzare l’app e di adattarla alle proprie esigenze, aprendo la strada a nuove applicazioni e a un’ulteriore evoluzione della tecnologia di DeepSeek.
Al momento, il futuro di DeepSeek in Italia rimane incerto. Non è chiaro se l’app tornerà disponibile sugli store e, in caso affermativo, con quali modalità. L’azienda cinese dovrà probabilmente fornire maggiori garanzie sulla privacy dei dati degli utenti e conformarsi alle normative italiane ed europee in materia di protezione dei dati personali.
Nel frattempo, gli utenti italiani che avevano già scaricato l’app possono continuare a utilizzarla senza problemi. Il servizio web di DeepSeek rimane inoltre accessibile da qualsiasi browser, offrendo un’alternativa per coloro che desiderano sperimentare le potenzialità dell’intelligenza artificiale.